L'assessore Bottini, il sindaco Fanton, l'assessore CrostaL'assessore Bottini, il sindaco Fanton,
 l'assessore Crosta

Il mondo sommerso – La sotto c'è un'altra Castelseprio. C'è la storia di Cairate, le sue origini romane, le sue tracce tardoantiche; c'è la basilica dai pilastri monumentali su cui è stato innestato, all'alba del medioevo, il monastero benedettino di Manigunda. Quel monastero che fino alla chiusura decretata da Napoleone è stato il cuore e il motore spirituale ed economico dell'intera area e che oggi vede avvicinarsi il giorno in cui tornerà a fregiarsi del ruolo e dell'importanza che storicamente gli compete. Nonostante i tempi di ristrettezze anche per Villa Recalcati, proprietaria da alcuni anni dell'edificio. Gli orientamenti rimangono tuttavia stabili. "Si va avanti con il progetto – conferma l'assessore al Patrimonio Gianfranco Bottini – proseguono gli investimenti, nella certezza che il recupero di un simile bene sia un dovere attuale e nei confronti del futuro".

Le maniche del chiostro – Concretamente: la Provincia di Varese ha appena stanziato la cifra di 3 milioni e 850mila euro che andranno a coprire il progetto definitivo del terzo lotto della prima fase dei lavori. Si tratta di interventi che andranno ad interessare la manica sud e quella ovest del chiostro; ripristino strutturale, di messa al rustico e di recupero delle reminescenze archeologiche ed artistiche – tombe, per lo più, corredi, ufficialmente; le opere di Aurelio Luini, una Madonna affrescata di epoca medioevale, su tutti – che tuttora continuano ad emergere dal sottosuolo e a palesarsi sotto gli strati degli intonaci. Ma la sensazione è che molto di più sia conservato lì sotto e lì dentro e che il racconto di Cairate e della sua storia possa davvero avere decisivi arricchimenti alla fine dei lavori. Una sorta di paradiso per lo staff di archeologici che vi sta lavorando. Reperti che danno l'esatta definizione di quanto quel luogo sia storicamente importante, del suo legame certo e inscindibile con l'area altrettanto ricca di Castelseprio; reperti monitorati, stoccati e messi in sicurezza dalle cure della Sovrintendenza e dai suoi ispettori presenti a vegliare sul cantiere: Giuseppe Stolfi, per quanto riguarda la parte architettonica ed artistica, e la dottoressa Valeria Mariotti, subentrata alla compianta Adelaide Binaghi, per la parte archeologica.

Il responsabile del cantiere Giorgio Bianchi e Roberto BonelliIl responsabile del cantiere Giorgio Bianchi
e Roberto Bonelli

Patrimonio dell'Umanità, a buon diritto – Le date: entro la fine di novembre, i lavori sin qui eseguiti all'interno del chiostro dovrebbero essere consegnati. Per la fine del 2009 sono invece previste le consegne dell'area già da tempo destinata ad ospitare la nuova sede del Municipio di Cairate, affacciata sul cortile di San Pancrazio, con la prevista biblioteca spalancata sulle rovine archeologiche sottostanti. Serviranno successivamente altri otto miliardi di vecchie lire e una attesa stimata prudentemente di un'altra decina d'anni per la conclusione totale di tutto il lavoro: la fase due del terzo lotto, il ripristino della corte di sud-ovest, l'impiantistica e la finitura globale degli interni e degli esterni. L'obiettivo conclusivo è quello di recuperare una porzione di chiostro per musealizzare quanto il monastero di Cairate sta facendo riemergere e valorizzare i suoi tesori insieme a quelli già emersi tra Voltorre e Ganna, unendo in un unico filo rosso l'eredità benedettina del territorio varesino. Siamo ad un passo, geograficamente, culturalmente, emotivamente anche, da Castelseprio e da Torba: neanche a dirsi che quando sarà il momento, il Monastero di Manigunda, regina dei Goti, avrà le carte in regola per rientrare tra i Patrimoni dell'Umanità. Longobardo, a buon diritto.

I danni moderni – Ed è quello che si auspica anche l'attuale amministrazione cairatese. Al sindaco Clara Fanton brillano gli occhi quando parla del 'suo' monastero e del complesso di opere collaterali, l'allungamento fino a Torba, via Cairate della pista ciclopedonale lungo l'asse dell'Olona e il recupero dell'antica scalinata che dal fondovalle porta direttamente all'ingresso del Monastero. "Abbiamo provveduto ad acquistare circa 20000 mq di area retrostante l'edificio – ricorda ancora il primo cittadino – per preservare intonsa almeno quella porzione di terreno". Un gesto di responsabilità, questo, da parte di un Comune che da solo non avrebbe avuto i mezzi per cominciare i lavori sulle rovine dell'edificio sacro. Un gesto minimo di decoro verso il territorio, non essendo più in tempo a riparare i danni fatti a Cairate, proprio intorno al monastero, negli anni precedenti e che oggi rovinano non poco uno dei cuori pulsanti del Seprio.