'Risate a ruota libera''Risate a ruota libera'

Racconti storici, aforismi, testi musicali, poesie vignette e caricature. Tutti ispirati al ciclismo e alla bicicletta. Risate a ruota libera è una passeggiata nella letteratura sportiva tra battute sagaci, salite poetiche e discese nell'arguzia disegnata.
Un volume recentemente presentato a Varese ma che durante i mondiali dello scorso anno, (sempre nella città Giardino) compariva sottoforma di minilibro.

"L'idea – racconta Tiziano Riverso – è nata durante una piccola vacanza in Toscana con gli amici, Giordano Cioli, Vito Forelli e Giovanni Salandin. Eravamo a Rigomagno, un paesino arroccato su una collina di ulivi. E lì tra un bicchiere di chianti e qualche disegno è arrivata anche l'ispirazione. Con noi hanno lavorato tanti altri autori e disegnatori. La parte didascalica è stata curata dall'artista Fabrizio Canciani (premio Gaber 2007) mentre la prefazione è del noto poeta catartico, Flavio Oreglio".

E a proposito di Flavio Oreglio è sempre con lui che Riverso ha condiviso anche un altro successo quello per la recente pubblicazione di All'appello mancano anche i presenti per il quale ha realizzato circa 50 vignette.
"Con Flavio lavoro da anni. Ultimamente stiamo anche pensando di formulare un nuovo spettacolo per una tourné prevista per questo inverno".

Barbetta brizzolata, capelli ingellati, occhiali da sole. Non credere di passare inosservato. Ormai ti conoscono tutti, soprattutto la tua penna inquieta e sempre pronta a riprendere e a evidenziare le magagne.
Ma a parte questo, hai altri progetti in cantiere magari anche sul versante ligure dove sappiamo che svolgi gran parte della tua attività?
"Sì, in cantiere ci sono tante cose nuove. Una su tutte una raccolta di disegni su De Andrè, in particolare sulle canzoni che ha dedicato ai fiori che presenterò a dicembre al premio Tenco. Una mostra che poi girerà per l'Italia con lo spettacolo dedicato al cantautore.".

Libro Flavio OreglioLibro Flavio Oreglio

Senti un po'. La gente secondo te ha ancora voglia di ridere? E soprattutto sa ancora ridere?
"La gente ride troppo però male, soprattutto poi per programmi televisivi che considero poco intelligenti. Ride, forse per dimenticare. Ma la satira, in realtà dovrebbe stimolare e far riflettere sulle cose che non vanno, in generale, nella società. Vedo quindi un decadimento del gusto del ridere, della capacità di ridere e di sapersi ridere addosso.".

Sono da poco terminate le elezioni. C'è fermento nel mondo politico. Così, di getto, come illustreresti i nostri uomini di governo?
"Berlusconi ad esempio l'ho visto votare anziché con la scheda con una pastiglia di viagra, visto che è andato alle cronache più che per i programmi per le vicende personali; Franceschini lo vedo col capo cosparso di cenere. Mi da l'idea di frate laico… con sto fardello di un partito pensante… Per la Lega disegnerei lo spadone di Alberto da Giussano infilato in mezzo alla folla come un serpente per significare quanto si stia radicando tra la gente".