Silvio Carta, Stefani Milani e Claudio CastiglioniSilvio Carta, Stefano Milani e Claudio Castiglioni

Punti di vista – Non è proprio un panorama roseo quello che sortisce dall'analisi dell'architetto Silvio Carta che ha introdotto il ciclo di incontri dedicato al confronto tra progetti architettonici in Olanda e Italia: "Postcards from the Netherlands". E la peggio sembra proprio averla la penisola a forma di stivale: "Un paese intrappolato in un continuo momento di riflessione, un gruppo di professionisti prigionieri di concetti quali "identità", "contesto", "tipologia architettonica". Insomma, conclude Carta, la figura dell'architetto oggi risulta rinchiuso nella propria nazione e difficilmente riesce a mettersi in rapporto con gli studi e le ricerche aggiornate del nord Europa.

L'analisi di Stefano Milani
(professionista con esperienze presso Nio Architecten di Rotterdam, Ufo Architects,

Silvio CartaSilvio Carta

Facoltà di Architettura all'Università di Delft), invece, è partita dall'esame della pittura dei Paesi Bassi nella quale l'architetto riconosce: "una vocazione antiaccademica, una spinta viva e sincera verso il naturalismo, un'arte della descrizione, priva di letture iconologiche troppo sofisticate o intellettuali". Per Stefano Milani se l'arte figurativa olandese è "strumento di autocoscienza sociale", l'architettura è lungimirante e unico strumento per intervenire in modo moderno nella gestione del territorio. E simbolo di tutto questo sono i polders, ovvero i terreni strappati al mare o a lagune e paludi costiere, completamente trasformati e plasmati nelle mani degli architetti del nord.

Tradizione sì, tradizione no – "In Italia manca quella disinvoltura e quella libertà di rapportarsi con il territorio, con le preesistenze architettoniche e con le infrastrutture legate alla mobilità". Questa la conclusione di Carta e Milani. Se però è sembrata un po' forzata la frattura che è emersa dalla finestra di confronto tra la pittura olandese e quella italiana (che dire del "realismo

Stefano MilaniStefano Milani

sfacciato" dei Carracci o di Giacomo Ceruti? Che dire delle incisioni che hanno avuto larghissima diffusione in tutta Europa o del mecenatismo o del collezionismo che contribuivano alla circolazione degli artisti oltre che di modelli ed iconografie? Del contributo italiano e spagnolo alla pittura olandese, e vicerversa?) il confronto tra le due concezioni di architettura apre interessanti quesiti. E torna fortissima, nella mente, la lezione di architettura di Giancarlo De Carlo, affrontata e presentata al pubblico proprio in un incontro nella sede dell'Ordine di Varese da Antonio Troisi e Monica Mazzolani. Una lezione fatta di dialogo continuo con il contesto delle stratificate situazioni urbanistiche delle città italiane – si veda, su tutte, il caso di Urbino – di uso di materiali moderni e tecnologici pur nel lungimirante rispetto delle preesistenze.

Difficile, dunque, il confronto tra situazioni storiche, culturali ma soprattutto geografiche tanto diverse come l'Italia e i Paesi Bassi, ma certamente utile ad aprire i confini mentali, le barriere e il limen stereotipato, ad affrontare in maniera più europea e meno localistica certi temi e problemi della modernità.