F.Woodman, Untitled, Roma, 1977-1978, stampa alla gelatina d'argento F.Woodman, Untitled, Roma, 1977-1978,
stampa alla gelatina d’argento

Tutto in un soffio – Ventidue anni. Solo ventidue anni è durata la breve vita di Francesca Woodman, una fotografa travolgente e appassionata. Nata nel 1958 in Colorado (a Denver) Francesca ha respirato l’arte fin dalle mura di casa, la madre Betty è ceramista e il padre George pittore e fotografo. Spirito d’iniziativa e determinazione caratterizzano il carattere della fotografa che ha deciso giovanissima quale sarebbe stata la sua strada, arrivando a produrre i suoi primi scatti artistici a soli 13 anni. La fotografia le scorreva nelle vene e il suo interesse fu presto accompagnato dallo studio, grazie alla frequentazione dell’Abbot Academy, ad Andover nel Massachusetts prima e della Rhode Island School of Design di Providence poi. Con questi pochi elementi si può già ritenere riassunta la biografia della giovane che si tolse la vita nel 1981. Un’esistenza breve ma certamente intensa quella della Woodman, che si può ripercorrere in questi mesi nelle sale del Palazzo della Ragione di Milano, grazie ad un’interessante rassegna visitabile fino al 24 ottobre.

F.Woodman, Self portrait talking to Vince, Providence, Rhode Island, 1975-1978F.Woodman, Self portrait talking to Vince,
Providence, Rhode Island, 1975-1978

I luoghi del cuore – L’esposizione presenta ben 116 fotografie che Francesca ha realizzato nei luoghi da lei maggiormente frequentati: Boulder, nel Colorado dove passa gli anni della scuola superiore; la Rhode Island School of Design (IRSD) di Providence e il breve periodo trascorso a Roma tra 1977 e 1978. New York, da una parte, e la natura incontaminata della MacDowell Colony nel New Hampshire rappresentano le fasi estreme della sua opera. L’America nel cuore e l’Europa come meta di viaggio ed esplorazione. Francesca ha guardato l’Italia attraverso il suo obiettivo in occasione dei corsi europei della RISD (che ha sede in Palazzo Cenci, nel centro di Roma) frequentati con l’amica Sloan Rank. Durante quella visita conosce i proprietari della libreria antiquaria Maldoror, Giuseppe Casetti e Paolo Missigoi, che allestiranno la sua prima personale in Italia.

Oltrepassare il confine – Nelle fotografie che realizza, la Woodman elegge a soggetto principale se stessa. Il suo corpo, le fattezze del fisico adolescenziale che mutando sta facendo emergere, dalla bambina che era, la donna che stava diventando. L’autoritratto che l’artista

F.Woodman, Then at one point I did not need to translate the notes; they went directly to my hands, Providence, Rhode Island, 1976F.Woodman, Then at one point I did not
need to translate the notes;
they went directly to my hands,
Providence, Rhode Island, 1976

realizza è spesso privo del volto: la Woodman si copre il viso con i suoi capelli, con oggetti o semplicemente creando pose che ne limitino la visione. La scelta di concentrarsi sulla propria figura è dettata da una parte dalla necessità di avere sempre un soggetto a disposizione da immortale e, dall’altra, dalla possibilità di osare, di andare oltre alla ricerca dei limiti umani.

Senza limite di tempo – Gli scatti, rigorosamente in bianco e nero, ritraggono la fotografa in ambienti dimessi dove alla realtà si mescola l’angoscia del non senso, del sovratemporale, dell’atemporale. Il limite dell’immediato è il primo che la Woodman supera. Attraverso la sua fotografia l’immagine ritratta si fa eterna, coinvolgente, drammatica. Abile, quasi perfetta nonostante la sua giovinezza e immaturità professionale, la Woodman riesce a distinguersi nel panorama contemporaneo mettendo – a pieno titolo – le sue fotografie sul piedistallo dell’Arte.

F.Woodman, Senza titolo, Providence, Rhode Island, autunno 1976F.Woodman, Senza titolo, Providence,
Rhode Island, autunno 1976

Milano riserva belle sorprese – La mostra di Milano, curata da Marco Pierini e da Isabel Tejeda, rende così omaggio a questa artista che aveva già avuto un’imporatnte esposizione postuma, a Siena lo scorso anno. Nel capoluogo lombardo si possono però ammirare, per la prima volta, alcuni lavori della Woodman quali: 15 fotografie inedite e la ricreazione dell’installazione Swan Song (La canzone del cigno), realizzata da Francesca a Providence nel 1978 ed esposta in Italia solo in occasione di questa mostra. Quest’installazione è composta da 5 fotografie di grande formato rappresenta una rottura degli schemi convenzionali che prevedevano di appendere l’opera all’altezza degli occhi. Le immagini scattate dalla giovane sono disposte a varie altezze e creano un percorso visivo irregolare ma continuo. Infine arricchiscono l’esposizione ben 5 brevi video realizzati dall’artista. In questi frammenti di filmati, il pubblico può cogliere ancora meglio il processo creativo della Woodman e l’altalenante scambio tra la propria presenza fuori e dentro le sue fotografie.


FRANCESCA WOODMAN
Ritratti interiori tra Providence, Roma e New York
Milano, Palazzo della Ragione (piazza Mercanti)
16 luglio – 24 ottobre 2010
Orari: Da martedì a domenica 9.30 – 19.30; Giovedì9.30 – 22.30; Lunedì 14.30 – 19.30
Biglietti €8,00 intero; €6,50 ridotto; €3,00 ridotto speciale
INFO:  www.mostrawoodman.it/ 02.4335.3522 servizi@civita.it
Accompagna la mostra un catalogo Silvana Editoriale con saggi dei due curatori e di Rossella Caruso e Lorenzo Fusi