Padura è lo scrittore cubano più tradotto e premiato, molti tra gli europei, tra cui Camilleri, si sono lasciati influenzare dal tenente Conde amante del cibo, delle donne e delle partite di calcio.

In Venti di Quaresima nei giorni roventi di una primavera cubana Conde incontra Karina, una ragazza appassionata di Jazz e sassofono.Un binomio che lo fa subito innamorare e quando si innamora Conde fa riemergere l’anima sommersa dello scrittore dal peso che la sua professione impone.

Attraverso la macchina per scrivere, posta di solito sulla mensola, chi lo frequenta vedendola sul tavolo comprende lo stato d’animo del padrone di casa.Conde ricomincia a scrivere l’eterno romanzo che muta nella trama e nei personaggi perché le donne della sua vita posseggono profumi e voci differenti.

L’Avana si prepara alla Pasqua, Conde all’amore e in serate passate tra sigarette e rum dinanzi a pagine da riempire, l’omicidio di una giovane professoressa dello stesso liceo frequentato in gioventù, assassinata nel suo appartamento, lo allontanano  da Karina.

L’insegnante uccisa possiede un curriculum inattaccabile, una vita dedita ai ragazzi e alla carriera, ma tracce di sperma differenti, un’orgia, e di marijuana vengono rinvenute nell’appartamento e la reputazione della donna  crolla e quindi, per i ben pensanti, si è meritata la punizione.

Conde è costretto a immergersi in un mondo decadente dove carrierismo, corruzione e traffico di stupefacenti portano alla luce il lato oscuro di una città lontana dai paradisi turistici.

La forza del romanzo scritto dal tenente prende corpo nel numero delle pagine e nei sogni, passare solo alcune ore della giornata con Karina lo porta a navigare tra milioni di parole pronte a essere adagiate su uno dei molti fogli in attesa.

Che sia la donna giusta?

Esiste poi la compagna giusta per Conde?

Ma la domanda vera che si pone il tenente è sempre la medesima: lui era l’uomo giusto per le donne che gli sono passate accanto, lo è ora per Karina?

Il caso prende svolte inconsuete e dopo l’ennesima bottiglia di rum scolata in compagnia dell’inseparabile compagno  Mario “il Magro” ferito in Angola costretto sulla sedia a rotelle e della madre che da un pezzo di salsiccia avanzata riesce per bontà divina a creare piatti fantastici nel sapore e nell’armonia, Conde riceve l’illuminazione.

Quella logica che da sempre lo disturba e lo distingue dagli altri agenti, per questo viene tollerato dai superiori.

I momenti idilliaci vissuti tra le braccia delle donne e nei tasti tondi della macchina per scrivere evaporano nella freddezza di un ragionamento matematico che lo porta alla conclusione del caso.

Gli occorrerà  altro rum, altro spezzatino cucinato dalla madre di Mario per diluire la ferocia che sempre più alcuni esseri umani  mostrano al mondo senza vergogna.

Resta Karina, ma chissà se il tenente riuscirà a terminare il romanzo o anche questo sarà l’ennesimo a vedere volare le pagine disperdersi nel cielo dell’Avana.

“Il bolero è il modo migliore per cantare il dolore o la felicità” (La nebbia del passato).

E il disco ricomincia a girare.

 

Leonardo Padura – “Venti di quaresima” – Edizioni Bompiani, pp. 243, Euro 13,50

 

Castrenze Calandea