"Le Vie del Colore". Questo il tema portante delle chiacchierate che hanno allietato i giovedì sera di questo autunno 2013.
Colore sinesteticamente inteso come "spazio" solidale, mezzo e per la cooperazione ma soprattutto occasione di scambio di saperi e passioni. Vita e vitalità da tutelare, se volessimo azzardare un collegamento con quello che è stato scelto come il leit motif di Expo 2015 Nutrire il Pianeta. Energia per la Vita.

"Expo ha senso solo se coinvolge le persone e solo se mette in rete quello che ognuno di noi sa fare meglio, talvolta in modo unico, nel quotidiano" spiega il Presidente di ExpoVillage, Raffaele Nurra, "il miglior modo di pensare Expo è di promuovere un cambiamento culturale a partire da noi stessi, valorizzando quello che sappiamo fare meglio, tutti i giorni, non una volta ogni secolo. E' quanto hanno fatto durante queste serate i nostri ospiti con semplicità, creando infine con i partecipanti una piccola comunità. Il senso dei nostri eventi è proprio questo: coinvolgere mettendo in gioco le nostre migliori capacità, e ricordare prima di tutto che siamo parte di un popolo".

Questo è lo spirito con cui si sono inaugurate le serate di Viale Valganna a partire da Settembre: fra musica, letteratura, cucina, design e sana atmosfera simposiale.
La serata cosiddetta "Blu" ha ospitato il musicista, musicologo e docente universitario Carlo "Chicco" Franceschi, che ha guidato la folta platea in un viaggio musicale dai canti gregoriani sino alle orchestre sinfoniche e alla musica jazz. Con solo "sette" note a disposizione, sapientemente utilizzate, mescolando suoni e colori, canto e poesia, strumenti e voci si sono costruite cattedrali…ed altre se ne costruiranno.
Autentico mattatore della serata è stato Silvio Raffo che ha illustrato, tramite una brillante panoramica sui diversi generi letterari, i colori della poesia e della letteratura: Il noir, il giallo, il rosa, il rosso. Da Rimbaud alla Dickinson, da Camerana a sé stesso in qualità di autore, si è snodato un racconto che ha inevitabilmente catturato l'attenzione del pubblico. Colori vivaci si sono mischiati ai toni pastello per fluire anche nel nero, ovvero il "dark" più estremo, rivelando l'importanza delle parole in tutte le sue sfumature di colore. Ha poi sottolineato, attraverso la lettura di alcuni versi, come risulti indispensabile per l'uomo soffermarsi a riflettere anche sul lato oscuro, dark, perché è qui che si possono vedere gli aspetti dell'ego che alla luce restano spesso nascosti.

Dulcis in fundo (ed è proprio il caso di dirlo!) la conclusione della serata è stata affidata a Davide Steffenini, giovane e talentuoso pasticcere varesino. Dopo una sacrosanta e feroce critica alla moda ormai inflazionata del cake design, tripudio di colori ed effetti speciali che adulterano il significato e lo scopo più autentico dell'arte dolciaria a scapito della genuinità del prodotto, ha dato prova tangibile dell'avvenuto connubio tra bellezza e bontà offrendo, per la gioia dei presenti, le proprie creazioni su di una tavola imbandita: da gustare sia con gli occhi che col palato!

La seconda serata a tema della serie la "Gialla" ha ospitato invece Silvia Giovannini che, in qualità di magistrale conduttrice della serata, con la sua coinvolgente semplicità e simpatia, ha messo in luce gli aspetti quotidiani della vita di 3 "artisti del colore": Alessandra Cellini, la "signora dei fiori", Marco Dossi, al secolo Marco Chef, e Gianni Verdina, tappezziere e designer.
Intanto che i due risotti, diversi proprio per colore, e sapore, cuocevano sotto l'attenta supervisione dello Chef, Alessandra Cellini, creava una piccola composizione, e raccontava la sua vita tra i fiori. Una tradizione di famiglia la sua, un destino già tracciato che lei ha accettato, perfezionato ed innovato negli anni, anche grazie alla sua esperienza lavorativa nel Nord America. Alla domanda di Silvia: "Gli uomini regalano ancora fiori?" Alessandra risponde: "Sì, lo fanno ancora, ed è bello ed estremamente gratificante sentirsi dire che una mia creazione li ha emozionati". Anche per Gianni Verdina il lavoro è tradizione di famiglia, a tavola, dice Gianni, si parlava solo di arredi, colori di tendenza e stoffe, impossibile non lasciarsi contagiare. Oggi continua il lavoro con grande passione ed originalità, la stessa originalità che possiamo notare nell'angolo creato appositamente per l'occasione: tende colorate ed un pouf luminoso da lui ideato, parte integrante della mostra de "Le Vie del Colore".

Infine risotto fucsia (bietole e zola) e risotto verde ( pesto di menta e mojito) per tutti: prova pratica di Convivio, accompagnato da bollicine fresche a volontà. Il significato? La comunità radunata intorno all'eccellenza, presente e viva sul nostro territorio, anche se raramente protagonista.

Penultimo evento del ciclo organizzato dall'Associazione, la "Serata Rossa", ci ha introdotti al tema del colore e della luce per una città finalmente a misura d'uomo, dentro e fuori dagli edifici, perché l'Expo non sia una grande speculazione come qualcuno teme, ma una grande occasione: proposta affascinante per la Varese che sarà, messa al centro di un vero e proprio manifesto culturale che ExpoVillage ha preannunciato. Benedetta Minonzio -architetto- Carlo Camurati -imprenditore- e Raffaele Nurra -architetto e presidente dell'associazione ExpoVillage- , nella carrellata di interventi carichi di esperienze vissute, hanno evidenziato quanto il colore, abbinato alla luce e ai diversi spazi in cui si dispiega il vivere quotidiano, influisca in modo significativo sul modo in cui le persone si pongono di fronte alla realtà.
Lavorare su questi aspetti significa porre attenzione ai particolari costruttivi e decorativi nel costruire la città comune così come la propria abitazione; per farlo non è necessario progettare opere fantasmagoriche in questo momento irrealizzabili per assenza di risorse pubbliche e ormai cronica crisi del mercato.

«La scommessa di Expo non è la costruzione di grandi opere che forse non esisteranno mai – spiega Raffaele Nurra – ma diventare capaci di caratterizzarsi, come varesini nel nostro caso, tirando fuori il meglio che si ha e che esiste già, per metterlo in rete: ci sono realtà di assoluta eccellenza che fanno fatica ad entrare in relazione». Un esempio calzante di questo metodo di lavoro sulla realtà può essere quello del welfare, dove ad esempio le associazioni e le realtà che si occupano di sociale mettono insieme le loro capacità e competenze per dare vita a servizi alla persona che non sarebbero sostenibili da nessuna di loro singolarmente. Allo stesso modo, per Nurra, «la qualità di una città non si misura con il numero delle bellezze architettoniche censite ma si riconosce per la capacità di rispondere ai bisogni dell'uomo, unica ragione per la quale le città sono state create. In vista dell'Expo stiamo lavorando proprio ad un manifesto politico, non partitico, che parte da questo presupposto e mette al centro il cambiamento culturale.

Tali premesse certo non potranno non appassionare tutti noi in quanto membri di una cittadinanza, di una società e di una comunità in cerca di riscatto.
Il prossimo appuntamento, quindi, ci attende il 7 Novembre alle ore 18.30 con "ArtEXPOsta", serata conclusiva di questo ciclo di eventi legati al colore e alla socialità.

Per maggiori informazioni è possibile contattare la segreteria di ExpoVillage2015 alla mail: segreteria@expovillage2015.it o chiamare il numero 0332- 1693005.