Il Battistero e la palaIl Battistero e la pala

Tema religioso e artistico – Le festività natalizie non sono ancora terminate. Domenica scorsa, infatti, nella Basilica di Santa Maria Assunta di Gallarate, è stata celebrata la solennità che, secondo il calendario liturgico, ricorda il Battesimo di Cristo nel fiume Giordano.
La ricorrenza è stata un' occasione per riunire, durante la Messa delle 11.30, i battezzati degli ultimi sei anni e per rammentare, artisticamente parlando, la presenza, nel Battistero annesso alla Basilica, di un capolavoro artistico che rappresenta, appunto, il "Battesimo di Cristo nelle acque del Giordano."

"Il Battesimo di Cristo nelle acque del Giordano" – Attribuito a Benvenuto Tisi, detto il Garofalo, il dipinto proviene dalla Collezione Costabili di Ferrara e fu donato alla parrocchia nel 1945. Dopo il restauro effettuato per volere del Circolo cattolico di cultura gallaratese l'opera è stato omaggio, nel 2007, alla parrocchia e alla cittadinanza in occasione del Centenario di fondazione.
Si tratta di una tavola trasportata su tela, di cm 165×85 collocata, simbolicamente, sopra l'altare del battistero della Basilica.
Realizzato intorno al 1540, infatti, il dipinto raffigura il passo evangelico in cui San Giovanni Battista, composto e grave, battezza Gesù, colto da Garofalo in tutta la sua

L'opera del GarofaloL'opera del Garofalo

umiltà, immerso nelle acque del fiume Giordano, al cospetto di un Padreterno discreto, che si affaccia timidamente tra le nubi.

Cenni storici – Benvenuto Tisi nacque a Ferrara, nel 1481 e lavorò al fianco di artisti rinomati quali Dosso Dossi, Domenico Panetti, Boccaccio Boccaccino e Girolamo da Carpi; la sua pittura, inizialmente legata allo stile lombardo, subì un notevole cambiamento in seguito all'incontro, presso la corte di Papa Giulio II, con Raffaello. Questa figura carismatica lo influenzò a tal punto da indirizzare la pittura del Garofalo verso uno stile più classico e stilizzato.
Il pittore ferrarese si affermò presso la corte degli Estensi, prima con Alfonso I e poi con Ercole II d'Este. Fu pittore tra i più richiesti, interprete delicato del sogno di classicità vagheggiato dalla cultura estense, lontano da affanni e problemi. I soggetti che Garofalo dipinse furono prevalentemente Madonne incantate, Santi e Bambini, personaggi che, collocati dal pittore in ambienti simili a universi fantastici, assomigliano più a protagonisti di favole ariostesche che a soggetti biblici.