Lo scorso sabato è stata inaugurata a Mantova la mostra "Amore e Psiche, la favola dell'Anima", curata da Elena Fontanella e promossa dalla fondazione DNArt.

Tema della mostra uno dei miti più famosi dell'antichità, la favola di Amore e Psiche, ispiratore di opere d'arte nei secoli. La storia, ripresa da Ovidio nel II secolo d.C. , è famosa: Psiche è una fanciulla mortale così bella da competere con la dea Afrodite; questa, per punire la superbia della ragazza, chiede al figlio Eros di colpirla con le sue frecce e di farla innamorare dell'uomo più brutto del mondo. Però lo stesso Eros si innamora della fanciulla, ma per potersi unire a lei deve incontrarla al buio. Le sorelle, invidiose, spingono Psiche a scoprire la vera identità dell'amante e così la ragazza avvicina una lampada al viso dell'amato, ne scopre la bellezza e se ne innamora. Ma una goccia d'olio della lampada cade sulla spalla di Eros che si sveglia e scappa. Solo dopo complicate e tremende prove, Psiche ottiene l'immortalità e si ricongiunge per sempre all'amato.

Una favola complessa, che affronta il tema dell'amore, dell'anima nel suo tortuoso percorso alla purificazione, della superbia, della bellezza, il rapporto fra umano e divino. Come sottolinea la curatrice Elena Fontanella "Grazie all'aiuto di una delle favole più belle sull'amore, sulla morte e sulla vita, vogliamo accompagnare il visitatore in questi sentieri dell'anima, sfruttando le immagini artistiche che, nei millenni, si sono ispirate a questa storia". Perché la favola di Amore e Psiche fu sempre materia di opere d'arte fin dall'antichità.

Ecco quindi che in mostra sono accostate opere d'arte di periodi molto diversi, come i reperti archeologici di epoca greca e romana- provenienti dai Musei Capitolini di Roma, dal Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria e da varie istituzioni pubbliche- e opere di artisti quali Canova, Rodin, Tiepolo, Tintoretto e Tamara de Lempicka.
Fino al contemporaneo Alfredo Pirri che per l'occasione ha realizzato l'istallazione "Passi": sul pavimento della Camera di Amore e Psiche al Palazzo Te dipinta da Giulio Romano, è posato un ampio specchio che riflette il soffitto e al centro è posta la Venere italica di Canova.

La mostra, aperta fino al 10 novembre, propone una sessantina di opere, lungo un itinerario storico e artistico fra gli aspetti simbolici e archetipici dell'antico mito di Amore e Psiche, divise in due sedi. A palazzo San Sebastiano vi sono due sezioni più prettamente archeologiche, una dedicata al tema della Bellezza e l'altra ai riti misterici. Nelle sale di palazzo Te sono narrate le varie fasi della favola di Amore e Psiche: la Venere dai Musei Capitolini, la Venere Italica (1807-1808) di Antonio Canova e Venere (1528) di Palma il Vecchio, l'Eros dormiente dei Musei Capitolini e la Psiche scopre Amore (XVII secolo) del Candlelight Master, proveniente dalla Galleria Borghese di Roma. Punto di arrivo del percorso la sala di Amore e Psiche, così chiamata dagli affreschi opera di Giulio Romano.

Amore e Psiche: la favola
Mantova, Palazzo Te e S.Sebastiano
Fino al 10 novembre 2013
Orari: lunedì dalle 13.00 alle 18.00
martedì, mercoledì, giovedì e domenica dalle 9.00 alle 18.00
venerdì e sabato dalle 9.00 alle 20.00
Info: 0376 323266