Opera Tino RepettoOpera Tino Repetto

Seconda tappa – Torna un ospite d'onore alla Galleria Bambaia di Busto Arsizio: Tino Repetto. Il gallerista, Luigi Rebesco, figura assai apprezzata nell'ambiente artistico per le sue mostre sempre molto accorte, decide di ospitare le ultime opere dell'artista genovese , realizzate nel periodo 2003-2008. Repetto propone, dunque, una nuova tappa del suo percorso artistico, dopo gli sviluppi testimoniati dalla sua ultima mostra, organizzata sempre alla Bambaia nel 1994. In tale occasione veniva pubblicato un catalogo, nella preziosa collana Edizioni Bambaia, a cura di Dora Vallier, che dell'artista aveva tracciato un profilo assai esaustivo, in cui spiegava le ragioni della sua scelta informale. Riprendiamo da lì il filo del discorso per qualche considerazioni sugli ultimi esiti dell'artista.

Lo spirituale nell'arte – Se le opere degli anni Novanta avevano ancora un sottile legame con l'esistente, attraverso il titolo dato alle tele, possiamo ora dire con certezza che anche quel debole rapporto è stato superato, totalmente reciso, a favore di una serie di 24 opere senza titolo. L'artista, infatti, dichiara con fermezza il suo credo astrattista, alimentato dalla consapevolezza in quelli che sono i limiti del figurativo: "L'epoca contemporanea non ha bisogno di un'arte imitativa, per quello ormai c'è la fotografia, i nuovi media e quant'altro. L'artista deve puntare a qualcos'altro, deve assolvere a un compito ben più profondo, che è quello di dedicarsi a ciò che è eterno: lo spirituale, che si occupa del sempre, del fuori dal tempo".

Un'opera dell'artistaUn'opera dell'artista

Autoritratti – Di questo pensiero è intrisa l'opera recente di Repetto, in cui individuale e universale si fondono in un magma di colore denso che si addensa o si dilata, in un gioco di affioramenti e visioni. Come già aveva osservato Dora Vallier, l'opera del pittore si configura come "palinsesto del vissuto" , potendo giungere a definire tutte le opere dell'artista come un autoritratto, in cui l'autore guarda se stesso contemporaneamente dall'esterno e dall'interno, attraverso la percezione che ha di sé: "esterno e interno formano un circuito chiuso (…). Il gesto di dipingere è autoriflessivo e non vi è per Repetto quel gesto, ripetuto senza fine". Quel gesto che, a partire dagli anni '60 ha dato vita alla sua pittura informale, attraverso il riconoscimento di esso come forza proveniente dal dentro, indipendente dallo sguardo, fino al totale esaurimento della realtà.

L'io e l'eterno – Su questa linea Natuscia Calza muove la sua riflessione, in apertura del catalogo della mostra: la volontà di scavare dentro se stesso per portare sulla tela questo carico di espressività ha condotto l'artista ad una definizione, della propria identità, ma non per affermare se stesso, ma per scoprire un senso di condivisione con la sostanza dell'Uomo, "per annullarsi in quel mistero e diventare partecipe di un tutto (…), di là dal tempo, consonanza di identità assoluta, partecipazione dell'anima all'eterno".

Pittura come musica – Nelle opere esposte cogliamo questo dialogo dell'uno col tutto attraverso la materia cromatica che sembra affiorare in superficie, individuando piani e momenti diversi, quasi scandendo un tempo e strutturandosi come una sinfonia armonica che rende visibili le sue note, altrimenti evanescenti.
L'artista costruisce nelle sue tele una composizione di pura sensibilità, che toccando corde di un tale lirismo, può entrare in comunione con gli archetipi emotivi dell'Essere.

'Tino Repetto
2003-2008'

Bambaia Galleria d'Arte
Via Carlo Porta 2 (angolo Corso Europa)
Busto Arsizio (VA)
Tel: 0331622440
Orari: feriali 17.00-19.30; festivi 16-19,30; lunedì chiuso