Tela con particolari Duomo di Milano, Pietro AlbettiTela con particolari Duomo di Milano, Pietro Albetti

Arte e Chiesa – Il tema della mostra in corso alla Torre Colombera affronta il rapporto tra questi due punti. "Una relazione che non può prescindere dal fatto che il primo creatore è Dio e che l'artista ne imita il gesto", affermava Giovanni Paolo II nella lettera agli artisti. L'artista, cioè, cosciente della sua dipendenza dal Creatore, riconosce nella Chiesa il punto originario della sua contemporaneità e il luogo dove incontrare Cristo.

La Scuola Beato Angelico – Interprete del rapporto arte fede, arte-chiesa fu Monsignor Giuseppe Polvara che, nel 1921, fondò la scuola superiore di arte cristiana "Beato Angelico" a Milano con l'intento di riportare l'arte alle sue fonti ispiratrici, di formare scolasticamente ed accademicamente artisti, artigiani ed architetti di chiese.

Dalla materia a Dio – Il tema dell'esposizione viene spiegato proprio attraverso esempi artistici provenienti dalla secolare scuola d'arte sacra milanese, che propone ai suoi studenti un percorso molto simile a quello svolto dall'artista medievale che, illuminato da Dio, conosce il reale, lavora la materia e, partecipando del mistero divino della creazione, Gliela restituisce sotto forma artistica.

Tornio scuola Beato AngelicoTornio scuola Beato Angelico

I tre stadi – L'allestimento espositivo sfrutta la struttura verticale della Torre Colombera, in virtù del percorso che la mostra intende far fare al visitatore: una sorta di ascesi spirituale attraverso le opere dislocate lungo i tre piani dell'edificio, "per annunciare la salvezza con il linguaggio della bellezza" sottolinea Maria Vigorelli, curatrice della rassegna assieme all'artista Pietro Albetti.

Il laboratorio – Si parte dal pian terreno, dove un tornio e altri strumenti da lavoro, provenienti dai laboratori della Scuola Beato Angelico, testimoniano la conoscenza del reale, che avviene nel processo creativo, e dell'artista-artigiano che, illuminato, si mette all'opera. La presenza in questa sala di alcune immagini e di testi di artisti del Novecento convertiti al cristianesimo, come Arturo Martini, William Congdon, Henri Matisse, Antoni Gaudì, rivela che anche in tempi moderni il rapporto tra creatività e Creatore è stato vissuto a pieno.

Secondo piano: arte e culto – Il secondo step della mostra illustra la relazione tra arte e liturgia, tra arte e culto, mediante bozzetti in terracotta, realizzati dalla scuola milanese per gli altari di alcune chiese novecentesche, e opere liturgiche, create anche dal Collegio Rotondi di Gorla Maggiore, tra le quali vi sono casule, calici, ostensori o crocette, come quella smaltata realizzata per il Cardinal Martini. "La liturgia, come del resto la Rivelazione cristiana, ha un intrinseco legame con la bellezza: è veritatis splendor (…) la bellezza della liturgia è parte del mistero pasquale (…) non è un fattore decorativo": le parole tratte dal Sacramentum Caritatis di Benedetto XVI in visione nella sala spiegano perfettamente il senso della seconda tappa del percorso.

Ostensorio, Scuola Beato AngelicoOstensorio, Scuola Beato Angelico

A contatto con Dio – "L'iter ascetico" prosegue nell'ultima stanza, quella più in alto, dove silenziosamente, avvolti da una luce soffusa, emergono i bozzetti in legno e polistirolo di alcune sculture realizzate per il Duomo di Milano, e dove campeggiano, illuminate da una luce diretta, due tele di Pietro Albetti, nelle quali sono rappresentati alcuni particolari della Grande Fabbrica milanese, un edificio artistico che, slanciandosi verso il cielo, sembra voler legare la vita degli uomini a Dio. Un legame che però rimane privato fra artista e Dio, come specificano le parole di Eugenio Corti nel romanzo "Il cavallo rosso", quando scrive "Dovunque sulle guglie gotiche c'erano statue (…) Pensò ai maestri scalpellini che le avevano scolpite; uomini sconosciuti, i quali (…) avevano speso la vita intera, soprattutto nel Medioevo (…) a scolpire con pazienza e spesso con arte mirabile le statue delle cattedrali, anche quando sapevano che una volta issate al loro posto, nessuno avrebbe potuto ammirarle, nessuno, tranne Dio".

Su questa pietra. L'opera della fede
Torre Colombera, via Lombardia 1
Gorla Maggiore (VA)
Durata: 5-27 gennaio 2008-01-09
Orario: giov. e sab. 16:30-19:00
dom. e festivi 10:00-12:00; 16:00-19:00