L'esterno del nuovo spazioL'esterno del nuovo spazio

Un ponte sul tempo – Un paese in festa: Cassano Valcuvia nel giorno del ricordo della Repubblica inaugura un nuovo importante luogo dedicato alla storia, il Centro Documentale di Cassano Valcuvia. Un edificio intriso di valore storico, la Casa Giani donata al Comune dalla famiglia dell'ex Tenente degli Alpini e partigiano cassanese Marco Giani costituisce un primo blocco dell'edificio rinnovato grazie al contributo della Regione Lombardia, della Comunità Montana della Valcuvia e con investimenti del Comune di Cassano. Il lavoro di sistemazione dell'edificio è stato condotto dall'architetto Fabio Marchesi: "l'intenzione è stata quella di mantenere l'impronta storica del luogo a cui i cassanesi sono particolarmente legati", spiega Marchesi.

Un gioco di sguardi – All'esterno il nuovo Centro si presenta come un gioco di vetro e legno, luminoso e di stampo moderno. Sviluppato su tre piani, l'interno custodisce le testimonianze storiche del luogo, dalle immagini e i ricordi della Linea Cadorna ai documenti della resistenza partigiana. I primi due piani sono allestiti, il terzo ospita temporaneamente la mostra fotografica del varesino Marco Valenti, in attesa di ospitare la biblioteca comunale. Il Centro di Documentazione conserva il diario e alcuni documenti del Tenente Colonnello Carlo Croce, comandante del 'Gruppo 5 giornate', assalito e disperso durante la Battaglia del San Martino tra il 14 e il 16 novembre del 1943. Un patrimonio messo a disposizione della cittadinanza e dei giovani studenti grazie alla donazione del figlio Alberto Croce, autore anche della scultura lignea esposte al primo piano, Memoria sospesa.

'Monumento al Partigiano', gli artisti con Sergio De Tomasi'Monumento al Partigiano'
 gli artisti con Sergio De Tomasi

Carte, fotografie, plastici, oggetti di un tempo passato racchiudono il fascino della scoperta di un momento di storia vicina a Cassano Valcuvia da non dimenticare. Per rendere più fruibile il patrimonio conservato, sono stati inoltre realizzati due audiovisivi in occasione della mostra San Martino Zona d'Onore che in altre precedenti manifestazioni di enti locali. Questi filmati possono diventare utili strumenti per integrare i documenti d'archivio e rendere coinvolgente anche per i più giovani. 'Attualmente la specificità del patrimonio storico riguarda il Tenente Colonnello Croce e la Linea Cadorna; sono in corso trattative per conservare anche archivi privati legati alla resistenza in Valcuvia. In prospettiva futura però il centro vorrebbe raccogliere e archiviare anche pubblicazioni e documenti legati alla storia locale e alle tradizioni della Valcuvia in senso più ampio. Il centro di documentazione ha l'ambizione di diventare un centro di ricerca per appassionati, studenti e accademici', scrive Marco Magrini, sindaco di Cassano Valcuvia.

Fotografia Marco ValentiFotografia Marco Valenti

L'arte come testimone – L'inaugurazione del Centro di Documentazione è stata l'occasione per presentare al numeroso pubblico due opere scultoree firmate da Pietro Scampini, Paola Ravasio e Massimo Fergnani. I tre artisti varesotti hanno realizzato due bassorilievi in gesso: "sono dei lavori rappresentativi dedicati all'arma dei carabinieri e alla resistenza. Il secondo pannello vuole esprimere il passaggio e la continuità della vita", afferma Scampini. Accanto all'opera le parole di Sergio De Tomasi, ultimo partigiano varesino presente all'inaugurazione: 'Non dimenticare per non far dimenticare'. Gli artisti hanno realizzato il calco delle mani di De Tomasi a cui hanno aggiunto in un ideale unione tra vite, esperienza, testimonianze, quelle di alcuni giovani. Un passaggio di testimone importante per conoscere la vita tra passato e presente. All'ingresso è anche esposta un'opera scultorea in gesso della giovane Paola Ravasio.

L'uomo di ieri è quello di oggi – Le fotografie di Valenti ripercorrono le metamorfosi dell'uomo; dalla forma perfetta, dal corpo ideale alla distruzione, annientazione di questo dovuta all'esasperazione causata dalla realtà di oggi in cui l'individuo si perde. Un lavoro realizzato nel 2005 dal fotografo impegnato nel campo della moda milanese, ma che ha voluto con questa serie di immagini focalizzare l'attenzione sull'uomo, unico vero protagonista della scena. "Le fotografie sono l'espressione esasperata dell'uomo. Il fotografo ha voluto dimostrare che anche un corpo bello e perfetto può diventare inquietante ma senza dimenticare che al centro di ogni azione l'uomo è sempre l'artefice", spiega Pietro Scampini in merito alle opere di Valenti.

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