Carissimi lettori del Viaggiator Curioso vi presento oggi la prima delle quattro puntate che saranno dedicate al Senegal, terra di sensazioni enormi, colori, contrasti e grande ispirazione. Per prima cosa ecco l’itinerario del viaggio: Dakar, Isola di Goree, Atelier di pittori locali, casa degli schiavi, lago Rosa, Chez Salim, Villaggio di nomadi Peulh, Luogo di arrivo della Parigi-Dakar, Grande Baobab cavo, Mercato dei cesti, Saint Louis (giro della città in calesse), Mercato del pesce, Attraversata in piroga del parco Langue de Barberie (granchi, cormorani, avvoltoi), Deserto di Lompoul sentiero sulle dune a piedi, concerto di percussioni tribali, Attraversata in dromedario, visita alla Grande Moschea di Touba, Casa Marabù, Toubacouta, giro del parco in piroga, Reposoir des Dieaux, Isola delle conchiglie, canali delle mangrovie, Diorem Boumag, Discesa del fiume Sine Saloum (delfini), villaggio tipico (visita ospedale), Spiaggia delle conchiglie (arrivo pescatori), Palmarin, Riserva Samba dia (pellicani, fenicotteri rosa, aironi cinerini), Joal Fadhiut (isola delle conchiglie), mercato di Warang, Riserva di Bandia (giraffe, iene, zebre, coccodrilli, antilopi).

Il titolo di questo episodio “Nessun sentiero porta a un albero senza frutto” è uno dei tanti proverbi in lingua wolof che si sentono raccontare dagli anziani dei villaggi percorrendo le vie di questa terra ancora ricca di cultura e tradizioni orali.

Vi propongo infine un brano tratto dalla raccolta “Un albergo a mille Stelle”, Aporema Edizioni, dal titolo “Pezzi di Civiltà”. Si tratta del racconto di un incontro vero, brevissimo ma che ha lasciato un grande segno nella mia anima, così come gli episodi che troverete nelle puntate successive.

Buona lettura!

Nel Parco Naturale della Langue de Barbarie, in Senegal, una signora anziana tutte le mattine percorre la Grande Spiaggia, raccogliendo pezzi di plastica e sacchetti vari. «Lo faccio per le tartarughe» mi spiega indicando il mare. «Vengono qui a deporre le uova, ogni primavera. Ma scambiano i pezzetti di plastica per meduse, li mangiano e soffocano. Io li raccolgo tutti, quando il mare li restituisce, e faccio dei fili: sono belli e colorati. Li intreccio e creo queste borse che vendo ai turisti. Così si riportano a casa un pezzo della loro civiltà, che noi non vogliamo.» Senegal, 14 Agosto 2012.

Ivo Stelluti,

Il Viaggiator Curioso