Una foto storicaUna foto storica

Riordinare un'intera esistenza – Un uomo che rivive attraverso i suoi scritti, un artista che accompagna la sua pittura con parole e immagini. Il lavoro iniziato qualche mese fa, di recupero e catalogazione dell'intero archivio Innocente Salvini si è fermato ad un traguardo importante. 900 fotografie dalla fine dell'800 al 1973 e 1400 lettere, sono state studiate e sistemate secondo i dettami della catalogazione di questi specifici materiali documentari. Un ingente lavoro finanziato dalla Fondazione Comunitaria del Varesotto Onlus, i Lions Club Luino, i Comuni di Cocquio Trevisago e Gemonio e il Centro Studi per la Valcuvia e l'Alto Varesotto 'G.Peregalli'. Un'iniziativa promossa dallo stesso Centro Studi e dal Museo Innocente Salvini, come esordio di un anno in cui le occasioni per ricordare l'artista non mancheranno. I risultati di queste ricerche, fino ad oggi ottenuti vengono presentati al pubblico venerdì 17 aprile al Museo Civico Floriano Bodini, luogo che ricorda l'attaccamento di Salvini per Gemonio, a volte più evidente di quello per Cocquio. Una serata in cui intervengono Stefania Peregalli, Serena Contini e Gianni Pozzi.

La base per ogni studio – Sarà come entrare nei meandri di un archivio storico, delle sue ricchezze, del sapore di passato che riaffiora lentamente, ma che allo stesso tempo palesa di fronte al ricercatore una serie di scoperte che permettono di ridare vita ad una figura divenuta parte della storia. "Partendo dalla valorizzazione di un qualsiasi archivio storico, considerandola come fonte prima di conoscenza, si passa a considerarne le metodologie di tutela e poi di fruizione", spiega Serena Contini. Partendo da questo presupposto, il patrimonio di Salvini ha superato la prima fase, essendo stato studiato, analizzato e alla conclusione dei lavori, previsti entro l'anno, diventerà fruibile agli studiosi che ne manifestano desiderio. Una base solida è stata creata, un buon punto di inizio per qualsiasi ulteriore approfondimento.

Salvini nello studio, 1977Salvini nello studio, 1977

Rami intrecciati – Spunti per indagini più profonde all'interno degli scritti, non sono difficili da scovare. Un esempio compiuto è quello, minuziosamente trattato dalla studiosa varesina in rapporto all'epistolato tra il pittore del mulino e il giornalista Emilio Zanzi. Una ricerca che ha trovato la luce sulla rivista edita dalla Comunità Montana della Valcuvia, 'Terra e gente'. "Lo studio di una lettera permette di conoscere direttamente i pensieri dell'uomo – spiega la Contini – in questo caso aiuta a comprendere l'evoluzione di un'arte pittorica lunga una vita". Le testimonianze scritte ripercorrono gli anni dalla giovinezza, dal 1918 attraversando il periodo del servizio militare fino al 1973 indagando tutta la carriera artistica nelle diverse fasi. Una parte intitolata alla corrispondenza privata e l'altra a quella con i critici, gli amici artisti, in particolare con il suo maestro Siro Penagini: si trovano in totale più di cento corrispondenti. "Si sono anche potuti ricostruire legami all'interno del panorama culturale di piano Novecento, attestare la partecipazione di Innocente Salvini ad alcune esposizione degli anni '40 di cui non si era a conoscenza', racconta la studiosa varesina. Un omaggio al pittore dei vivaci colori, della gente semplice, degli affetti quotidiani; un omaggio che esalta la figura d'artista al pari di quella dell'uomo.

'Recupero fotografico e cartaceo dell'archivio personale del pittore Innocente Salvini (1889-1979)'
venerdì 17 aprile ore 21.00
Museo Bodini
Via Marsala, 11
Gemonio