Da Cassano Magnago l’andar per ville si sposta ora nel Gallaratese dove, sempre a seguire il Cantù della “Grande Illustrazione del Lombardo-Veneto”, v’erano “alcune villeggiature” nei dintorni di Cedrate e a Crenna “villaggio in colle con territorio di ottimi vini adorno dei palazzi Macchi, Ermes Visconti e Visconti nel quale è mirabile un camino riccamente scolpito a bassorilievi”.

Cedrate, villa Calderara

Queste “villeggiature” tuttavia non erano già più case da nobile, ma solo ambienti per le vacanze delle famiglie abbienti di Gallarate: i Calderara a Cedrate  mentre sull’altura di Crenna, dov’era l’antico castello, erano sorti tra Otto e Novecento suggestive ed evocative dimore con impagabile vista sui monti e fino a Milano.
Anche a Besnate una dimora signorile è sorta dove in precedenza esisteva un castello Visconti, in questo caso, come del resto a Crenna, del ramo che proprio prendeva titolo dal borgo. Ora essa è la sede del Municipio, dopo aver avuto diversi padroni fra cui i Mylius che qui avevano impiantato un grande stabilimento per la lavorazione del cotone.

Besnate, palazzo Visconti, ora Municipio

L’edificio presenta un’ordinata veste tipica delle case padronali di campagna del Milanese ed ha come segno distintivo l’elegante sequenza delle cinque arcate del portico a volta e, sotto gronda, delle finestrelle a forma ovale intervallate da decorazioni dipinte. Retaggio dell’antico castello uno stemma visconteo sistemato ora in facciata e sul fianco una torre alta a dominare le case del paese.

Casorate Sempione, la Masnaga

Non ci vuol molto, dirigendosi verso la strada del Sempione dopo aver attraversato Arsago Seprio, ad arrivare a Casorate dove in posizione isolata, su un leggero rilievo, si evidenzia la Masnaga, una villa voluta sul finire del Seicento da don Giacomo Masnago, chissà se più milanese o varesino, in un territorio dove i Visconti erano di casa, soprattutto nel loro imponente castello di Somma, e si può immaginare quanto significasse avere una dimora vicino alla loro. Nel 1760 tutto il possedimento passò alla famiglia Martinez, una delle tante giunte nel Ducato quando lo dominavano gli spagnoli. Se già coi Masnaghi la villa aveva avuto cure decorative negli interni altre ne prestarono i Martinez che anche la ampliarono facendo aggiungere al massiccio edificio su pianta rettangolare, aperto tuttavia da un alto loggiato verso il parco, due ali rurali protese verso la non lontana strada del Sempione.
Dopo i Martinez altri furono i proprietari e per l’antica, aulica dimora vi furono anche melanconici momenti di abbandono e decadenza; oggi, dopo un lungo restauro, s’impone ancora con il suo color bianco entro il secolare parco.

Partenza per la caccia

La Masnaga ebbe momenti di grande fulgore agli anni d’inizio del secolo scorso quando apparteneva alla prestigiosa famiglia Valerio e nella dimora, come anche al vicino “cottage” dei Bocconi (sì quelli dell’Università e della Rinascente), si dava appuntamento l’”high society” milanese per la caccia a cavallo in brughiera. E D’Annunzio, che vi partecipava e rimaneva ammaliato dalla eccentrica (a dir poco) marchesa Casati, a scrivere: “Settembre, ora sul pian di Lombardia/è già pronta la muta dei segugi…”

Giuseppe Pacciarotti