La riapertura di Chiesa dopo una serie di lavori di restauro è sempre un momento importante, perchè si torna a prendere possesso di un luogo storico della propria comunità e ancor di più di un luogo di fede. Così è per la parrocchiale di San Macario a Samarate, un altro piccolo gioiello d'arte della nostra provincia restituito, come si suol dire, allo splendore originario.
"Dal 1500 al 1674 il paese si chiamava Cascine del Manzo – ci racconta Gian Luigi Canziani, della commissione per i lavori di restauro – ed esisteva già una cappella dove solo la domenica o feste particolari si celebrava la Messa. La cappella era intitolata a Santa Maria Della Purificazione ed era di dimensioni ridotte. Nel corso dei secoli si è ampliata, fino a quello finale del 1902: il progetto della chiesa è dell'architetto Don Enrico Locatelli, parroco di Vergiate, con un elargizione da parte del Vescovo Angelo M. Mantegazza. La chiesa viene terminata nel 1904, con le decorazioni della volta e della nuova abside".
Il pubblico di appassionati di bellezze artistiche sconosciute ma di grande valore non rimarrà di certo deluso davanti alla lucentezza della volta della navata centrale, così come degli altari laterali e dell'altare ligneo Seicentesco.

I lavori di restauro e risanamento conservativo sono iniziati nel 2007 con la predisposizione di un progetto complessivo di grande consistenza. Tra il 2009 – 2010 è stata rifatta la pavimentazione, con gli scavi archeologici che hanno portato alla luce le mura delle diverse fasi del divenire dell'edificio.

Nel 2015-2016 si parte con il risanamento delle facciate esterne laterali, abside e della torre campanaria, con un parziale contributo alle spese da parte della Fondazione Lambriana. I lavori vengono affidati alla Gasparoli Srl di Gallarate. La torre campanaria è oggetto di pulitura del tessuto murario e lapideo dallo sporco e dalle infestazioni vegetali, muschi e licheni, integrazione delle murature danneggiate, in particolare dei cordoli dei rosoni degli orologi e degli voli, rifacimento della cupola in rame dopo che l'attenta osservazione con il ponteggio ha evidenziato una pervasiva microforatura della stessa. Le pareti laterali hanno visto la pulizia degli intonaci, il consolidamento e integrazione degli stessi e la eliminazione di interventi effettuati con materiali cementizi non coerenti.

Dall'aprile 2016
la chiesa è stata oggetto delle cure dei restauratori con un'opera di risanamento globale interno, che ha riportato alla luce la bellezza e la luminosità dell'apparato decorativo e dello spazio interno.
In questa fase del risamento conservativo, sempre affidato alla Gasparoli, si è operato sia sul degrado fisico dell'edificio, sia sul degrado apportato da operazioni non coerenti effettuate negli anni passati.
"La volta dopo la pulitura – ci spiega la restauratrice Costanza Gasparoli – l'eliminazione delle efflorescenze saline e il consolidamento di intonaci e pellicole pittoriche, ha ripreso i colori originali della decorazione del 1904, e la "tridimensionalità" dell'apparato decorativo data da lumi e ombre che erano state nel tempo cancellate. Sulla volta sono presenti alcune scene pittoriche, la prima che si incontra entrando e l'Assunzione di Maria Vergine del 1892, ad opera di Tagliaferri. La cupola centrale raffigura la Vittoria di San Macario Sul Demonio, di Italo Cenni, del 1904, mentre ogni pennacchio della cupola riporta l'immagine di un Evangelista.
Sul presbiterio sempre ad opera della stessa mano si ammira il Trionfo della S. Croce, mentre gli ovoli dell'abside rappresentano angeli con la croce, la luce del mondo e il Sacro Cuore. Sulla volta, sopra ogni finestra vi e' una decorazione con simboli biblici e religiosi, alcune di queste recuperate meravigliosamente anche se fortemente danneggiate. Sulle volte dei transetti sono rappresentate le quattro virtù cardinali".

Identico iter di lavori hanno subito le pareti, riportando anche qui alla luce colori armoniosamente coordinati con gli stucchi e i marmorini delle lesene. Sulle pareti troviamo le scene pittoriche rappresentano la consegna delle Chiavi a San Pietro, mentre sulle pareti del transetto abbiamo La Gloria di Sant'Agnese e San Luigi Gonzaga dipinti nel 1933 dal pittore varesino Orsenigo, che affrescherà nel 1942 il battistero rinnovato. L'abside è stata oggetto di descialbo di verniciatura acrilica, che nascondeva una fine decorazione a cornici e quella architettonica e floreale del contorno delle finestre.

Sia l'altare della Addolorata che quello di San Macario, in legno, sono stati oggetto di pulitura, consolidamento e stuccatura delle fessurazioni e parziale integrazione.

"Una menzione particolare per il pulpito -sottolinea l'architetto Gabriele Pozzi – anch'esso già citato nel 1684, e poi integrato per il nuovo riposizionamento del 1904. In questo caso si è fatta una opera di profonda pulitura e descialbo di una finta doratura applicata negli ultimi anni del secolo scorso, operazione lunga e delicata per la finezza degli intarsi lignei e che presentano una doratura in oro zecchino originale: la pulizia ha riportato anche alla luce la finissima decorazione delle statue rappresentanti i Dottori della Chiesa e personaggi biblici, in particolare l'accurata filigrana delle vesti".

L'iscrizione sopra l'altare maggiore ricorda che è stato decorato da un Joannis di Legnano nel 1661. Nel corso del tempo per il degrado, e fino al 1902, era posizionato nelle cappelle laterali. Restaurato nel 1904 , è stato portato nella posizione attuale e completato con il paliotto della mensa. Il restauro si è concentrato sulla pulizia e eliminazione di una finta doratura effettuata negli anni '90, che nascondeva la realtà di una decorazione in foglia di oro, con particolari finemente cesellati.
L'opera di restauro comprende anche il nuovo impianto elettrico e quello di illuminazione, studiato in collaborazione con la Fogliani Spa Officine della Luce di Gallarate: impianto a led, quindi a basso consumo, che valorizza la bellezza artistica della chiesa.
"Ricordiamo che le operazioni di restauro -commenta infine Gianluigi Canziani- per l'importo totale di circa 1 000 000 di euro a partire dal 2008 è stato e sarà per il 90% finanziato dalle offerte dei parrocchiani".

Ci sarebbe anche da restaurare l'Organo Mascioni
, "ma se ne parlerà – ci dicono – quando avremo terminato di pagare questa importante somma".

(foto Pozzi)