Il pallio di Casorate SempioneIl pallio di Casorate Sempione

Oltre all'opera con l'Assunzione della Vergine, nella chiesa di Casorate è presente anche un altro dipinto di Giovanni Battista Ronchelli. Si trova a sinistra della navata, nella cappella di San Carlo, e rappresenta san Tito e sant'Ilario, co-patroni della chiesa.

La scena raffigurata in questo secondo dipinto è dotata di una forza suggestiva molto singolare: mostra lo straordinario avvenimento di una visione mistica, che vede coinvolti i santi Ilario e Tito, rispettivamente sulla sinistra e sulla destra, in contemplazione della gloriosa apparizione del Corpo Eucaristico di Cristo. L'atmosfera è carica di una particolare tensione soprannaturale, generata dall'insolita e sconvolgente presenza di un elemento trascendente che prorompe all'interno della quotidianità naturale, stravolgendola completamente. I sentimenti di ammirazione frammista a stupore dei due santi sono stati espressi dal pittore grazie ad un'abile uso della gestualità e ad un accurato studio delle posture dei corpi.

Come nel quadro dell'Assunzione, anche qui rileviamo sorprendentemente la presenza di tre cerchi che, come nel primo dipinto, potrebbero essere stati messi per racchiudere un rimando allusivo alla Trinità. Un altro segno distintivo di Ronchelli consiste nell'uso della proporzione aurea per impostare l'assetto dell'opera: in questo caso essa è tracciata da una linea retta orizzontale che passa dal piano su cui il basamento dell'ostensorio si appoggia alla nuvola, congiungendo tra loro le teste di san Tito e di sant'Ilario.

Dal punto di vista storico, un rapporto particolare lega san Tito a Casorate Sempione. Sappiamo che il santo, che fu diacono e martire, nato verso la fine del IV secolo o gli inizi del V a Roma, venne trucidato pubblicamente mentre stava compiendo la propria missione diaconale distribuendo elemosine ai poveri. Questo fatto, stando a quanto riportato dai Bollandisti storici di scritture sacre sui martiri, accadde nell'anno 426 d.C. per mano di un tribuno romano di nome Felice, generale dell'imperatore Valentiniano III: era il periodo delle prime invasioni

Schema della composizione dell'operaSchema della composizione dell'opera

barbariche, e il Papa di allora era Celestino I.

La salma del Santo martire fu deposta nelle catacombe di Ciriaca, nobildonna romana, finché non venne poi spostata, durante il periodo seicentesco della controriforma, per giungere infine a Casorate, come dono al parroco Don Camillo Brabanti da parte di frate Giuseppe Cusani. A trasportare fisicamente le spoglie del Santo a Casorate fu frate Timoteo di Milano, vescovo di Porfiria e assistente al soglio pontificio, che fece da intermediario e partì con le reliquie da Milano il 9 agosto 1676.

Da allora le reliquie di San Tito sono state oggetto di un'intensa venerazione e di una grande devozione popolare da parte dei Casoratesi, che fecero appositamente costruire uno splendido altare in suo onore, ammirabile a tutt'oggi in una cappella laterale nella chiesa parrocchiale, e istituirono una cappellania con un cappellano incaricato di celebrare ogni giorno una Messa a lui dedicata.

Nel 1926, su iniziativa del parroco Don Luigi Mariani, venne celebrata una solenne festa in memoria del XV centenario del martirio di San Tito, e da allora la celebrazione viene ripetuta con ricorrenza decennale, portando in processione lungo le vie del paese l'urna contenente le spoglie del Santo.

Infine, essendo anche questo dipinto originariamente pensato come pallio processionale, si può supporre che anche sul retro della facciata attualmente visibile sia stata dipinta un'immagine, anche se finora non si è ancora provato a verificare tale ipotesi.