Dopo 26 anni finisce la rocambilesca vicenda del Salvator Mundi di Daniele Crespi. Il dipinto, un olio su tavola di 64×48 centimetri, era stato trafugato nella notte tra il 16 e il 17 gennaio 1989 in una villa di Castiglione Olona. I ladri, rimasti ignoti, rubarono oltre al prezioso quadro, oggi stimato in 120mila euro di valore, altri oggetti e preziosi.
Nel novembre del 2012, i carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale di Roma e i colleghi di Monza, facendo ricerche su un sito specializzato, che censisce risultati d'asta di tutto il mondo, hanno accertato che il quadro era stato posto in vendita nel 2004 dalla Sotheby's di Londra (estranea ai fatti). Il dipinto fu acquistato da un italiano che lo custodì sempre nel Regno Unito. Ai carabinieri risultò che il bene non fosse mai stato presentato presso gli uffici competenti per ottenere una licenza di esportazione, pertanto si ipotizzò un ingresso clandestino nel Regno Unito.
Fu il pubblico ministero varesino Massimo Politi ad aprire un'inchiesta quando i militari di Roma e Monza segnalarono il ritrovamento del quadro rubato nel Regno Unito. Politi attraverso una rogatoria internazionale, aveva chiesto di far rientrare in Italia il dipinto. Le ipotesi di reato formulate erano state quelle di ''ricettazione'' e "riciclaggio'' (reati non ancora prescritti secondo la legge italiana), nonchè di furto e esportazione illecita di opera d'arte (reati invece ormai prescritti).
Nel corso delle indagini erano stati rintracciati anche gli eredi del proprietario del dipinto che riconobbero, senza ombra di dubbio, il dipinto appartenuto al loro padre, ormai scomparso. L'opera, sebbene mai dichiarata dalla Soprintendenza bene di interesse culturale, è stata però riconosciuta come opera di "autore noto'', con riserva di esprimere una valutazione una volta avuto a disposizione il dipinto.

Le indagini serrate dei militari, e gli accertamenti eseguiti dagli uomini del Raggruppamento carabinieri investigazioni scientifiche di Roma, hanno permesso di risalire al proprietario dell'opera a sua volta estraneo al furto del quadro, che lo ha immediatamente messo a disposizione dei militari di Monza. Posta sotto sequestro, l'opera verrà ora valutata da un team di esperti di Brera e poi messa a disposizione della magistratura di Varese che ne deciderà le sorti.

foto La Repubblica Milano.it