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La mostra del Laboratorio di Rappresentazione Sangalli-Villa che si è chiusa questa settimana nello Spazio Mostre Nardi "Tunnel" al Politecnico di Milano è stata un piccolo omaggio all'opera di Carlo Scarpa, professore di disegno.

Una sintesi delle esperienze didattiche di Rilievo e modelli dell'architettura che ha visto coinvolti gli studenti degli anni accademici 2010-2011 e 2011-2012. In mostra: eidotipi e restituzioni eseguiti a matita e china, relazioni, modelli virtuali in 3D e plastici a diverse scale – da 1:50 a 1:2 – della Tomba monumentale Brion realizzata da Carlo Scarpa a San Vito di Altivole tra il 1969 e il 1978.

Carlo Scarpa, nato a Venezia il 2 giugno 1906 e morto a Tokyo il 27 novembre 1978, insegnò dal 1962 all'Istituto Universitario di Architettura di Venezia, ma sin dagli anni ‘20 fu protagonista di un'intensa produzione, nella quale

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si annoverano ì la sistemazione del palazzo Abatellis di Palermo gli interventi a Ca' Foscari e nella Gypsoteca di Possagno, ed il restauro del museo di Castelvecchio a Verona (1964).

L'opera di S. Vito costituisce l'apice dell'attività di Scarpa, che essendo di ciò pienamente cosciente "riversa qui tutta la sua vasta cultura architettonica, artistica, letteraria, oltre alla sua profonda sapienza artigianale".
La tomba Brion, scrivono gli storici Mazzariol e Barbieri, «parla dell'intera attività di Carlo, e di tutto il suo complesso, ricchissimo rapporto con le realtà che ha incontrato, dell'architettura contemporanea, c'è il ricordo di Wright e c'è Vienna nella porta bianca, incantevole della chiesa; e ci sono cento altre citazioni, dalle pietre

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lombardesche inserite nelle pareti, ancora della chiesa, alla pagoda orientale. Ma così è un voler leggere solo gli stilemi che, in un certo senso, dovevano esserci e non ciò che, viceversa, esiste: cioè il grande stile di Scarpa». Il vasto giardino, cintato da un muro inclinato che invita al raccoglimento, oltre il quale si intravede il profilo dei vicini colli asolani e, più in là, del massiccio del Grappa, è annesso al piccolo cimitero del paese.

Alla Tomba Brion si accede attraverso i propilei. Quindi, percorrendo il portico, si perviene al padiglione della meditazione attorniato dall'acqua e da ninfee. Proseguendo a nord troviamo l'arcosolio che copre le arche dei capostipiti della famiglia committente. Nei pressi vi è la tenda-caverna, che ospita le tombe dei parenti, dalla quale si giunge alla cappella, isolata nell'acqua. È questo uno dei punti nodali dell'intera architettura, sicuramente tra quelli maggiormente indagati in sede progettuale, al fine di equilibrare in modo ottimale il fragile e cangiante rapporto fra luce ed acqua. L'itinerario nella Tomba prosegue poi verso l'orto dei cipressi che avvia verso l'esterno.