A dieci anni dalla mostra monografica Racconto di forme e di colori, la ceramista e scultrice Petra Weiss torna al Museo Vincenzo Vela con cinque opere recenti. Esposte nel parco fino al 23 giugno, riflettono in chiave aggiornata i temi cari all'artista di Tremona: la necessità di una presa di coscienza nei confronti della natura; l'energia che sprigiona dall'armoniosa mescolanza di terra, acqua, aria, fuoco e colore; la vibrazione cromatica che, attraverso colonne e piramidi di argilla, collega la terra al cielo. Rispetto alla sua produzione precedente l'artista, che lavora l'argilla di Riva San Vitale, schiarisce la gamma cromatica delle sue sculture in ceramica, che ora sono pigmentate di un bianco vibrante, quasi fossero colossali fogli di carta sui quali la ceramista traccia pensieri di colore, segni appartenenti ad un alfabeto che sembra reale, pur non essendolo affatto.

Figlia dello scultore Max, Petra Weiss si forma presso l'atelier di Antoine de Vinck, ceramista vasaio a Kraainem, vicino a Bruxelles, e a Faenza nello studio dello scultore Carlo Zauli, del quale diviene compagna e collaboratrice. Appena ventenne, vince il primo premio al Concorso internazionale di Faenza, riceve numerosi riconoscimenti in Svizzera e all'estero, e realizza il monumentale rilievo murale per l'Ospedale Universitario di Zurigo (Racconto, 1990-92). Dal 2000 incomincia la sperimentazione con altri materiali come marmo, bronzo e vetro. Nel 2008 alle cave di Arzo realizza alcune sculture con il marmo locale per la mostra di scultura all'aperto di Vira Gambarogno e sempre in quegli anni alla fornace "Terracotta Mantegazzi" a Riva San Vitale realizza un'insieme di sculture con l'argilla del luogo, opere che vengono esposte al Palazzo comunale di Riva San Vitale, successivamente al Museo Internazionale della Ceramica d'Arte di Faenza (Italia), successivamente al Museo Ariana di Ginevra.

Le meteore di una volta, concavi ricettacoli di terra e di universo, hanno lasciato il passo a vere e proprie costruzioni architettoniche: piramidi e ziggurat, alle quali si affiancano le predilette colonne, rese leggerissime, appunto, dal colore bianco. Raffinato è il trasparire, tra i "mattoni" che compongono queste opere, della materia rossastra della terra, con il quale Petra Weiss prosegue la sua riflessione sul legame sicuro tra l'opera del ceramista e la natura. In Petra Weiss è sempre un classico ideale di forma e di perfetta eleganza a prevalere sulle dissoluzioni e sui balbettii della materia primordiale: che si tratti di un cubo, o di un parallelepipedo, di una forma piramidale, di una installazione parietale fatta di frammenti, di una stele scomposta e ricomposta pericolosamente in spregio alle leggi della statica, di una forma perfetta contenuta all'interno di un volume sfrangiato o di ciotole-crateri in cui si condensano le basi primarie di un successivo atto formativo.

Piramidi di terra e colori
Opere recenti di Petra Weiss nel parco del Museo
Fino al 23 giugno 2013
Nel parco, ingresso libero durante gli orari di apertura (dalle 10 alle 18) del Museo Vincenzo Vela (Largo Vela, Ligornetto)