Il Museo Butti di Viggiù rende omaggio al pittore bustese Aldo Alberti (1912 – 2014), per molti anni decano degli artisti varesini nonché figura nota ed apprezzata per la sua esemplare professionalità, la coerente onestà intellettuale e l'intenso spessore espressivo delle sue opere.

Sottolinea Ettore Ceriani "Autodidatta, acuto osservatore, con una non comune capacità di penetrare nel corpo della pittura, Alberti è stato autore rigoroso, che non ha mai ceduto alle lusinghe del mercato, proseguendo in una ricerca legata ad una figurazione schietta, in ciò sostenuto da una visione esistenziale della vita ed intensamente etica del fare pittura. Le forme di Alberti, quale che sia il soggetto, non sono mai fini a se stesse, né concluse nella pura apparenza per quanto ben eseguite, ma mettono in moto una catena di metafore sul visibile, una proliferazione di riferimenti, nel senso che finiscono per invadere ampi territori speculativi. Si prenda ad esempio la figura femminile, probabilmente la tematica più ripetuta ed indagata dall'artista. Fatta di carne e di volumi, corposa nella materia costruita con pennellate larghe, sostanzialmente raffigurata con le digradazioni di due soli colori, la donna di Alberti ha un universale, che si presta a numerose valenze che vanno oltre la monumentalità della sua presenza. La donna, ritratta un po' dolente, assorta e piegata su se stessa, nuda com'è stata fatta e come lo siamo tutti al momento della nascita ed anche in quello della morte (poiché i vestiti sono una parodia del tempo, in quanto non servono più), solitaria anche quando è inserita in un ambiente, è nel contempo terra e madre, consapevolezza e breve illusione, creazione e dannazione. Nella figura della donna sono però insiti tutti i prodromi dell'arte del pittore bustocco ed il radicamento più intimo del suo pensiero. Le altre tematiche, da lui affrontate, affondano infatti le loro radici nella natura umana e nelle sue eterne ed insuperabili contraddizioni, nel mistero della vita. Allora si capiscono anche i suoi paesaggi continuamente imbronciati, nei quali luce ed ombra si contendono il predominio su lembi di terra corrosi dal mare (ma sarà poi il mare od è il simbolo figurato del mistero della vita?). E le distese, con orizzonti che sembrano non finire mai, improntate a minimali tonalità con residui fossili ambigui: retaggio di un passato lontano od attualità cosmogonica? E le nature morte, plastiche nelle loro evidenze materiche, ma inesorabilmente destinate a corrompersi nel giro di pochi giorni. Per non parlare dei muri. Qui il tempo consuma l'opera dell'uomo, la sgretola, la corrompe mostrandone i limiti, ma sotto l'apparenza della superficie, ecco affiorare una verità diversa. L'insistente ricerca di Alberti è in realtà solo un continuo chiedersi cosa sia l'uomo ed aspettare una risposta che forse non arriverà mai".

A sua volta, Luigi Piatti, storico dell'arte varesina, afferma: "Conobbi Alberti agli inizi degli anni Sessanta- Mi eccitarono positivamente diverso soggetti delle sue opere pittoriche: i nudi, i paesaggi, l'arte sacra e le nature morte. Li definii subito eccellenti ed una conferma di questa mia convinzione mi arrivò dall'amico scultore Giuliano Vangi che,colpito dai suoi nudi gli chiese perché non facesse lo scultore".
"Ritengo che Aldo Alberti, il bravissimo pittore di Busto Arsizio sia il maggior conoscitore di musei di tutta Europa. Tanto per dare un solo esempio: per oltre trent'anni trascorse un mese ogni anno a Parigi. A fare che cosa? Ogni giorno a studiare le opere nei musei, in particolare al Louvre, e dipingere. Comperava tele e colori nel negozio di una signora che, ancor bambinetta, era già dietro il banco quando tra i clienti c'era Van Gogh. Detta signora -ricorda l'Aldo- morì all'inizio del ventunesimo secolo alla fantastica età di 122 anni. Mia interessata considerazione: non è che l'Alberti in quel negozio comperò anche il segreto per emularla in longevità e magari batterla?" (Luigi Piatti, Schegge 5)


L'artista.
Aldo Alberti nasce a Busto Arsizio nel 1912. Autodidatta, fin da giovane si cimenta nel disegno e nella pittura. Non frequenta alcuna scuola, ma forma la propria esperienza in campo artistico frequentando gli studi di Mario Somasca e Giuseppe Rebesco. Le abilità di Alberti vengono riconosciute da Virgilio Uberti Bona che lo segnala alla Prima Mostra d'Arte dei Fasci Giovanili di Combattimento della Provincia di Varese. Dopo aver affrontato da combattente i terribili anni della seconda Guerra Mondiale l'Alberti torna nel 1945 nella sua Busto dove riprende l'attività di pittore lavorando su diversi soggetti quali paesaggi e nature morte. Successivamente si è concentrato sullo studio della figura femminile nuda nel tentativo di coglierne il senso più inquieto e profondo. Le sue opere sono state presentate in numerose mostre sia collettive sia personali. Un'importante esposizione antologica curata da Elena Pontiggia si è tenuta nel 2000 presso la Fondazione Bandera per l'Arte, Busto Arsizio. Nel 2004 Alberti ha partecipato alla rassegna Testimoni, quaderno 2 tenutasi presso la galleria Ghiggini, Varese. Inoltre nel 2007 l'artista ha esposto nella chiesa di S. Edoardo, Busto Arsizio un ciclo di pitture e disegni dedicati all'Arte Sacra. Si è spento mercoledì 22 gennaio 2014, all'età di 101 anni.
Info.
Aldo Alberti. Opere

11 ottobre – 8 novembre 2015
Musei Civici Viggiutesi Enrico Butti, Viale Varese 4, Viggiù (VA)
Orari: feriali 14.00-18.30
sabato 9.30-12.00 / 14.00-18.30
domenica 16.00-19.00
lunedì chiuso