Chiesa San Vittore a Oggiona con Santo Stefano

Chiesa San Vittore a Oggiona con Santo Stefano

 “Alla
ricerca delle nostre radici” – Con questo titolo accattivante la pro Loco di Oggiona con Santo Stefano ha invitato i cittadini alla serata di venerdì 4, perché proprio nelle mani dei cittadini si trova il filo rosso che unisce presente e passato e l’educazione civile, l’atteggiamento del singolo sono fondamentali per la salvaguardia delle radici.

La voce dell’ispettore – Di questo ha parlato Luisa Alpago Novello Ferrerio, conservatrice del Museo Archeologico di Arsago Seprio, e da oltre quaranta anni ispettore onorario della Sovrintendenza Archeologica. In questa veste ha sorvegliato parecchi cantieri fra Arsago, Somma Lombardo, Casorate e Besnate, come lo scavo presso la chiesa di Santa Maria in Monticello ad Arsago, o la necropoli preistorica di Somma. Grande rilievo è stato dato alla collaborazione fra Sovrintendenza e Comuni, che, in questi anni di intensa attività edile, devono garantire il rispetto delle tracce archeologiche. Proprio per questo motivo molte giunte comunali si stanno organizzando nella tutela, compilando carte del rischio archeologico e organizzando scavi archeologici preventivi, cioè precedenti all’inizio del cantiere vero e proprio.

La voce dell’archeologa –
In tale direzione si sta muovendo il Comune di Oggiona, che presenta nel proprio territorio aree archeologicamente interessanti. Di queste ha parlato Monica Motto, archeologa. Il paese, come ha sottolineato la studiosa, vanta una storia antica, dovuta soprattutto alla sua posizione strategica, fra valli e laghi, posizione che lo ha portato, in epoca tarda, a diventare sede di un castello, oggi non più esistente, ma rimasto nel nome della chiesa, Santa Maria al Castello. C’è anche una carta archeologica, una pianta cioè del paese, in cui sono stati evidenziati i luoghi in passato teatro di ritrovamenti: fra questi si segnalano soprattutto la zona fra via Como e via Risorgimento e l’area circostante la chiesa di S.Vittore. Da via Risorgimento infatti proviene la tomba alla cappuccina oggi conservata nell’edificio del comune, probabilmente pertinente a una più vasta necropoli. Lo scopo della carta archeologica è pratico: conoscere cioè quelle aree a rischio, da trattare con cautela nel caso di lavori edilizi.

A caccia di anomalie – Ma esistono oggi strumenti più moderni di indagine archeologica, propedeutici allo scavo. Analisi al georadar nell'area della chiesa di S.VittoreDi questi si è servito il Comune di Oggiona, per indagare le zone archeologicamente sospette. È stato infatti usato il georadar, strumento che emette onde radio ad alta frequenza: ha la proprietà di segnalare la presenza di disomogeneità nel terreno, a seconda della velocità con cui gli impulsi lì inviati tornino indietro. Giovanni Zaro, geologo, ha raccontato i risultati delle analisi condotte nel paese. Effettivamente, soprattutto nella zona di S.Vittore, lo strumento segnala delle anomalie, il cambiamento rispetto alla situazione precedente. Di più la scienza non può dire: sarà, si spera presto, il lavoro degli archeologici a capire la situazione. Nel frattempo il Comune ha lasciato a destinazione agricola queste aree con anomalie.moderni di indagine archeologica, propedeutici allo scavo.

Largo agli architetti – Uno dei propositi della ricerca archeologica è senza dubbio la fruizione degli spazi, aprire il passato al presente e al futuro. In quest’ottica si sono mossi due giovani futuri architetti, ora laureandi, Eugenio Bulotta e Luca Gioiosano, del Politecnico di Milano, la cui tesi di laurea consiste proprio in progetto di valorizzazione dell’area intorno a San Vittore. Il loro scopo è quello di creare una zona fruibile, rispettandone la natura verde. Nel loro progetto sono così previsti una nuova pavimentazione, luoghi di sosta e, in seguito agli scavi archeologici, strutture che permetteranno di vivere ciò che emergerà. “Come una pianta senza radici muore, così l’uomo senza radici non avrà futuro”. Questa frase di Luisa Alpago riassume bene il senso della serata, che è stata l’occasione per affrontare quelle che oggi sono le urgenze dell’archeologia: il controllo sul territorio, la sua conoscenza, l’archeologia preventiva, la fruizione degli spazi. Attività che possono essere compiute solo nella piena sinergia fra Sovrintendenza e istituzioni comunali.