Il Monastero di TorbaIl Monastero di Torba

Di nuovo tra i candidati – Avevamo lasciato l'équipe di studiosi e responsabili alle prese con l'approfondimento delle relazioni tra il popolo longobardo e le loro origini nordiche. Per mesi siamo rimasti con il fiato sospeso, ma il responso finalmente è arrivato: il castrum di Castelseprio ed il monastero di Torba, insieme alla serie di siti di Italia Langobardorum, figurano ancora tra i candidati a Patrimonio dell'Unesco. La Rappresentanza diplomatica permanente dell'Italia presso l'UNESCO ha ufficializzato a Parigi la ricandidatura all'iscrizione nel Patrimonio Mondiale con la rinnovata intitolazione: "I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)".

Pagine di approfondimento –
La documentazione, costituita da Dossier scientifico e Piano di gestione, che conta ben 1800 pagine, è stata elaborata da Comuni, Regioni, Province e altre realtà istituzionali e associative in cui sorgono i beni candidati, tenendo conto dei suggerimenti dati dall'ICOM (ente ispettivo dell'Unesco). Tra gli argomenti su cui insistere vi erano, tra gli altri, l'esame della storiografia europea collegata ai Longobardi nella comparazione tra culture del tempo e il miglioramento delle misure di conservazione e protezione degli elementi archeologici e decorativi di Castelseprio, del Tempietto del Clitunno e del Santuario di Monte Sant'Angelo.

Affresco in Santa Maria Foris PortasAffresco in
Santa Maria Foris Portas

Gli approfondimenti richiesti e consegnati – E' la stessa dottoressa Marina De Marchi (archeologa della Soprintendenza di Milano e responsabile del parco archeologico di Castelseprio) ad illustrare in breve quanto elaborato nel dossier presentato a Parigi: "Come richiesto dall'ICOM, nell'introduzione del dossier, abbiamo descritto le relazioni tra il popolo longobardo e i loro luoghi d'origine, quali l'attuale Ungheria e la bassa Austria, focalizzando cioè l'attenzione sulle loro origini germaniche e sviscerando i caratteri del loro processo di migrazione nei confronti di altri barbari, come i Visigoti, gli Ostrogoti, gli Alemanni e gli Avari. E' stato inoltre necessario specificare meglio i rapporti tra la decadenza dell'impero romano e le invasioni barbariche, tra cui quella longobarda appunto, verificando meglio le mille trasformazioni intercorse nella società della tarda età imperiale. Tra gli aspetti indagati figurano anche il diritto, la toponomastica, la lingua e le diversità della gioielleria e dell'architettura longobarde rispetto a quelle del mondo latino. A questo si è dovuto aggiungere anche il dibattito, ancora aperto, sugli affreschi della Chiesa di Santa Maria foris portas a Castelseprio: esporre cioè le posizioni assunte da ogni critico con le relative tesi attributive e cronologiche. Ed altrettanto necessario è stato modificare il titolo del sito seriale: dall'ICOM hanno fatto giustamente notare che alcuni centri, per l'assenza di edifici religiosi, non potevano essere identificati come luoghi di culto, ma solo di potere".  

Progetti di conservazione e valorizzazione – La ricandidatura del sito archeologico di Castelseprio rappresenta un ulteriore impulso a supportare con ancor maggior convinzione i progetti di valorizzazione e rilancio del complesso, fa sapere dalla Provincia di Varese l'Assessore al Patrimonio, Gianfranco Bottini: "Ci siamo mossi da una situazione di stallo. Ritengo che il sito di Castelseprio debba essere tenuto in grande considerazione insieme al monastero di Cairate, intorno al quale stiamo lavorando per creare le condizioni che gli permetteranno in futuro di essere aggiunto al sito seriale candidato a Patrimonio dell'Umanità, con innegabile

Resti della Basilica di San Giovanni EvangelistaResti della Basilica di
San Giovanni Evangelista

vantaggio dal punto di vista culturale, sociale ed economico".  Tra gli sforzi ancora da compiere vanno poi ricordati la riqualificazione dell'intera area del parco archeologico di Castelseprio con la realizzazione del nuovo punto di accoglienza, come sottolinea l'architetto Bonelli, responsabile tecnico del patrimonio architettonico della Provincia: "In bilancio, nel 2010, compare l'ampliamento dell'area accoglienza del parco archeologico: sono stati stanziati 440 mila Euro dalla Regione, con l'approvazione della Soprintendenza. La struttura ricettiva dovrà avere un ampio respiro, essere semplice e pulita, ma anche eco-compatibile e certamente non invasiva. La strada che porta dalla struttura ricettiva attuale alla Chiesa di Santa Maria foris portas dovrà inoltre essere sottoposta a disboscamento e ad interventi di sistemazione illuministica e pavimentale. Senza dimenticare che dovrà essere installato un impianto antincendio molto oneroso che riduca al minimo i casi di pericolo, vista l'area boschiva che circonda l'intero Castrum".

Oltre le difficoltà – Le difficoltà sono state e sono ancora molte, la De Marchi rimarca il fatto che: "Il nostro è un sito seriale che costituisce un unicum nel suo genere, dato che da un lato si sviluppa su un'area molto vasta e dall'altra i singoli centri si contraddistinguono per una moltitudine di caratteristiche peculiari dovute alle continue e profonde influenze esercitate sui Longobardi dal nord e dall'est Europa, che vanno ad aggiungersi a quelle del mondo romano in decadenza". L'umore speranzoso è comunque generale, ci si augura che dopo tanti sforzi di Provincia, Comuni e FAI, si possa infine festeggiare la promozione. Il lavoro è stato e continua ad essere impegnativo, ma si va avanti nonostante le difficoltà, come indicano i numeri: Maddalena Pizzo, dell'Ufficio Marketing e territorio della provincia di Varese dichiara infatti che "In tutta la rete seriale nel 2009 su 200 azioni sviluppate ne sono state completate circa 180, 60 in più rispetto all'anno precedente".