OscillanteBionomica

Il nuovo racconto – Plexiglas, luce, artista e osservatore. In quattro elementi gli oggetti e i soggetti della ricerca artistica di Maurizio Aprea. Dalla seconda metà degli anni Settanta, in una Milano di lotte sociali autonome, la volontà e necessità di raccontare la realtà in modo nuovo. Tra gli artisti appena usciti da Brera con la pretesa di adottare nuovi linguaggi espressivi c'è anche Aprea che ci racconta le sue short stories attraverso Radiopitture, Oscillanti ed Endosculture.

L'arte della materia plexiglass –
Formate sia da pellicole di poliestere sovrapposte, sia da lastre singole, pigmentate con una tecnica simile al batik, le Radiopitture sono particolari "carte" simili ad opere di cui si svela l'anima celata attraverso una radiografia, come in un moderno restauro. Sulle superfici previamente trattate con pigmenti, o graffiate con una punta secca, si producono stupefacenti effetti coloristici e forme che mutano a seconda dell'incidenza della luce di una lampada su di esse. Gli Oscillanti sono lastre di plexiglass incise ed illuminate nel bordo inferiore da una lama di luce, che, sospinte, altalenano sopra la feritoia luminosa e mostrano il disegno inciso sulla loro

La notte di JoyceLa notte di Joyce

superficie come in una memoria. Infine le Endosculture sono costituite da sottili lastre di plexiglas semiriflettenti e di varie forme, ancorate su una struttura portante. Le forme che hanno la stessa inclinazione rispetto alla fonte luminosa che le colpisce, danno all'osservatore una visione d'insieme e l'illusione che siano legate su un unico strato, all'interno dello spazio costruito.

Realtà in costruzione –
La sensazione di fronte ai lavori di Aprea è destabilizzante: non v'è certezza, se non nella concretezza fisica della loro presenza. Ogni singola opera muta continuamente di osservatore in osservatore, l'oggetto, il pezzo artistico, la realtà insomma si crea e disvela in ciascun processo di visione ogni volta sotto nuove sembianze. Il fine ultimo di Maurizio è raggiunto: la realtà prende senso solo dallo sguardo di chi osserva, dall'occhio inteso non solo come angolo visuale ma anche come punto di vista concettuale, cioè da come e da dove si guarda e dal background culturale ed emozionale della persona che costruisce la sua realtà.


Maurizio Aprea, il nuovo racconto (opere 1980-2010)
a cura di Piero Del Giudice

Galleria  Ostrakon
Via Pastrengo 15, Milano (MI)
fino al 10 Dicembre 2010
Orario di apertura: da Martedì a Sabato ore 15.30 – 19.30
Info: tel. 3312565640
dorino.iemmi@fastwebnet.it