I puristi storcerebbero sicuramente il naso. Tuttavia, varcata la soglia di uno dei concessionari più conosciuti della nostra città già a colpo d'occhio è possibile accedere ad una perfetta armonia tra due diversi tipi di Opere d'arte; la prima, quella dell'artista Paolo Fiorellini, certamente di natura più intellettuale e semanticamente corrosiva, mentre la seconda, quella del design automobilistico Audi, prettamente funzionale, razionale e che, pur privo di anima, riesce ad incantare gli occhi di qualsiasi passante attraverso la perfetta e universalmente riconoscibile sintesi di linee che costituiscono il suo involucro di lamiera.
Il cuore della prima coincide con quello dell'artista, il cuore della seconda è il suo motore: entrambe le forme d'arte, oltre all'armonia estetica, hanno in comune il fatto di essere frutto di anni di ricerche e di continue sperimentazioni.

I giganteschi uomini di ferro di Fiorellini evocano le mummie, fasciati in bende metalliche che non ne permettono l'identificazione, e guerrieri crociati nelle loro armature.

Quello dei personaggi di fantascienza è il linguaggio visivo adottato da Fiorellini in questa ultima personale, mentre l'inganno della tecnologia è l'idea di fondo: il titolo è la frase di Ponzio Pilato, che lascia chiaramente spazio ai sottintesi.

"La ricerca di Fiorellini muove dalle radici culturali di quella che si potrebbe denominare scuola sarzanese – spezzina, un humus, una tradizione di artisti che hanno interpretato e letto il mondo attraverso il simbolo ed una visione intimistica. Paolo si costruisce una cifra stilistica tutta sua, inglobando nelle tele oggetti estrapolati dalla realtà e cominciando ad escogitare soluzioni per scongiurare l'effimero ed il transitorio. Con lo stesso entusiasmo che l'archeologo esprime a cospetto del frammento, l'artista ha iniziato a dar forma a quelli che potrebbero essere i resti che si riesumeranno nel futuro dell'umanità che ha ancora da

venire. In sostanza, un futuro al quadrato, l'archeologia di un tempo che ancora non c'è." (C.C.)

Paolo Fiorellini, nato a Sarzana, frequenta l'Accademia di Belle Arti di Carrara. Inizialmente il suo lavoro è caratterizzato da un linguaggio tra la figurazione e l'Espressionismo. Dagli anni '90 la sua pittura approda ad un gesto più formale, ricco di materia, quindi si è dedicato alla sperimentazione dei materiale, includendo spesso elementi naturali (fiori, erba, pesci).
Artista visivo poliedrico, spazia fra pittura, scultura, assemblage e performance, con esiti tra la Transavanguardia e ricerche oggettuali più recenti.

La mostra, organizzata da ARTESPORTEVENTO con la fondamentale collaborazione dello SPAZIO LAVIT di Varese e del suo mentore -il fotografo Alberto Lavit-, è visitabile fino a sabato 14 settembre.

Orari: da lunedì a sabato, dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00
domenica chiuso
INGRESSO GRATUITO
Per info 0332.274001 audi@audizentrumvarese.it
oppure 3357119659 Alberto Lavit