Busto Arsizio – Nella nostra società si tende a sottovalutare la potenza dell’olfatto, un senso così importante da far scrivere a Calvino nella raccolta di racconti Sotto il sole giaguaro: “L’ odore ti dice senza sbagli quel che ti serve sapere, non ci sono parole né notizie più precise di quel che riceve il naso”.

Sembrano esserne convinti, tra le felici eccezioni, in Spagna al Museo del Prado di Madrid dove fino al prossimo 3 luglio sarà possibile visitare e “annusare” una mostra olfattiva, La esencia de un quadro. Una exposicion olfativa. La mostra, che non è il primo esperimento in questa direzione, propone ai visitatori di annusare dieci fragranze tutte ricavate partendo da elementi raffigurati nell’opera Senso dell’olfatto, realizzata tra il 1617 e il 1618 dai pittori fiamminghi Jan Brueghel il Vecchio e Peter Paul Rubens. Lo scorso anno il Museo Mauritshus dell’Aia ospitò la mostra Fleeting. Scent in colour, un percorso espositivo in cui le opere erano accompagnate da fragranze create appositamente per offrire ai visitatori un’ intensa esperienza multisensoriale. E’ di questi giorni anche la notizia che, attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, si sta cercando di ricostruire odori risalenti al 1500 e all’inizio dell’Età Moderna.

Erich Berghammer: aromajockey tra musica e profumi
Vive in Olanda Erich Berghammer l’artista austriaco, graphic and scent designer, conosciuto anche come aroma jockey ODO7 che ha inventato le scented clubbing, ovvero discoteche “profumate” e dj set aromatizzati a seconda della musica proposta. Un concetto che nel tempo si è esteso alla capacità di tradurre durante gli eventi, non solo musica, ma anche video, azioni e temi in fragranze odorose. Berghammer ha così sintetizzato la sua esperienza: “La più grande ispirazione per me è stata comprendere che il profumo era un mezzo quasi completamente ignorato. Solo poche menti creative in tutto il mondo avrebbero potuto considerare il profumo come un’area di espressione artistica. Ho iniziato progettando tre fragranze per un concerto. Naturalmente prima di presentare in pubblico il mio lavoro ho testato le fragranze abbinandole alla musica. Nel momento in cui ho annusato i profumi erano in perfetta armonia con la note e ho capito che proprio il profumo sarebbe stato il mio mezzo di comunicazione futuro.”

Primordiale, ma non primitivo
E dopo secoli di tentativi di coprire e cancellare gli odori ecco che l’olfatto torna alla ribalta perché questo senso influenza la vita quotidiana e il cervello determinando il nostro orientamento nel mondo. Spesso anche salvandoci dai pericoli. Il nostro modo di interagire con gli oggetti che ci circondano non è dato dalla vista: l’impulso con cui entriamo in relazione con essi è dato dall’odore che annusiamo nell’aria. Secondo numerosi studi scientifici è il naso a suggerire al cervello come comportarsi trasferendo le informazioni alle mani al punto che quando vista e olfatto sono, per così dire, in disaccordo il secondo non cede alla prima e il cervello cerca e trova un compromesso per agevolare l’azione più efficace.

“ …Ma, quando niente sussiste d’un passato antico, dopo la morte degli esseri, dopo la distruzione delle cose, soli, più tenui ma più vividi, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l’odore e il sapore, lungo tempo ancora perdurano, come anime a ricordare , ad attendere, a sperare sopra la rovina di tutto il resto, portando sulla loro stilla quasi impalpabile, senza vacillare, l’immenso edificio del ricordo.”

Marcel Proust

M. Giovanna Massironi