Appartiene al novero delle più importanti case d'artista dell'Ottocento europeo. E' il Museo Vincenzo Vela di Ligornetto che lo scorso 23 aprile ha riaperto le sue porte, dopo 15 mesi di intenso lavoro di miglioria di alcune infrastruttre.

Ideata dal grande scultore realista ticinese Vincenzo Vela, accanto alla sua gipsoteca monumentale, il museo conserva i lasciti del fratello, lo scultore Lorenzo Vela e del figlio, il pittore Spartaco Vela, una notevole quadreria ottocentesca di pittura lombarda e piemonetese, manifestazione di un collezionismo che testimonia di una vivacità intensa, nonché centinaia di disegni autografi e una delle più antiche collezioni fotografiche private svizzere.

"Negli ultimi 15 mesi – racconta Gianna A. Mina, Direttrice Museo Vincenzo Vela – abbiamo compiuto un restyling tecnico che ha riguardato le infrastrutture, la sicurezza, il clima, aggiornati secondo gli standard europei. Rimaneggiamenti dietro le quinte che portano il museo, in un domani, ad interloquire con grandi istituzioni. Ristrutturazioni che ci permettono ad essere più vivaci e attenti a progetti di ricerca piuttosto che a "mostre evento", diamo spazio a quegli artisti poco conosciuti che insieme a Vela hanno costituito quella straordinaria stagione di scultura ottocentesca che dopo un secolo di oblio è stata posta all'attenzione degli studi.
A noi piacerebbe giocare un ruolo in questo novero di esposizioni, che sono progetti di ricerca che richiedono tempo, teste, trasporti complicati e finanziamenti che non sono finalizzati appunto ad un "evento" ma ad una crescita culturale che mi auguro sia di lunga durata".

L'allestimento della collezione permanente al piano terreno, pur mantenendo le caratteristiche proprie della gipsoteca monumentale, recupera le figure degli artisti Lorenzo e Spartaco Vela, che in tal modo escono dall'ombra del grande scultore.

Vi è una sala intera dedicata agli animali di Lorenzo, apprezzato scultore e decoratore nella Milano degli anni 1840, mentre i dipinti di Spartaco, pittore poco conosciuto e prematuramente scomparso, sono distribuite in due sale della villa.

Arte e storia dell'Ottocento italiano e svizzero si intrecciano in un unicum, attraverso i magnifici ritratti dei protagonisti del Risorgimento, mentre la presenza di alcuni elementi che ricordano il carattere privato della residenza e il parco panoramico ridondante di profumi e colori, conferiscono a questo luogo il carattere di opera d'arte totale.

Segna la riapertura del museo la particolare mostra allestita per l'occasione e dedicata alla figura di Adèle d'Affry (Friburgo 1836-Castellammare di Stabia 1879), di antica famiglia friburghese, moglie di un esponente del casato Colonna e duca di Castiglione, in arte Marcello, in omaggio al musicista Benedetto Marcello, ma anche per superare i pregiudizi ottocenteschi riguardanti le donne nel mondo dell'arte: ella infatti è una delle rare donne ad aver riscosso un notevole successo nell'arte scultorea europea del secondo Ottocento. Sua, per esempio, è la monumentale statua in bronzo raffigurante la Pizia collocata attualmente all'interno dell'Opéra Garnier di Parigi, riconosciuta come il suo più grande capolavoro.

La mostra è ampia e ben documentata, tra sculture in marmi, bronzi e gessi, dipinti e diversi carnets di disegni di quest'artista bene inserita nella scena mondana e culturale del tempo, messe sempre in parallelo e confronto con opere di artisti del suo tempo.

Come giustamente ha detto Benno Widmer, capo sezione ad interim musei e collezioni ufficio federale della cultura, "un museo non è niente senza contenuto e senza vita". Il Museo Vela si riconferma quindi come spazio di responsabilità rispetto al patrimonio culturale che gli è stato donato, con un nuovo riallestimento che, avvicinandosi alle nuove esigenze di pubblico, cerca di togliere l'opera dall'ovvietà del déjà vu, riscoprendo sempre qualcosa di inedito dalle proprie collezioni.