Il castrum di Castelseprio-Torba conserva significativi esempi di architettura militare, con la rinomata Chiesa di S. Maria Foris Portas, ubicata fuori dalle mura nell'area occupata dal borgo altomedievale, sulle cui pareti si conserva uno dei più alti testi pittorici di tutto l'Alto Medioevo.

Come riconosciuto dalla storiografia più recente, i Longobardi si pongono tra i principali protagonisti del complesso periodo di transizione tra l'Antichità ed il Medioevo, influenzando il successivo millennio della storia europea.
Le rovine medievali del Castrum di Castelseprio e Torba sono diventate Patrimonio Mondiale dell'Unesco. Il sito rientra in un progetto più ampio chiamato "Italia Langobardorum – I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)": una serie di luoghi e monumenti uniti dal passaggio della civiltà, da Udine a Foggia.

L'insediamento di Castelseprio è una delle più significative testimonianze dell'alto Medioevo nell'Italia settentrionale. Il parco archeologico istituito negli anni Cinquanta conserva i resti di tre nuclei: il castrum, il borgo e il complesso di Torba. Il primo nucleo del castrum sorse in epoca tardo romana, alla fine del IV secolo, lungo la strada di collegamento con Novara, per motivi difensivi contro i barbari d'Oltralpe.
Un secolo dopo, in età gota, la primitiva postazione

militare divenne fortezza e si cominciò l'edificazione di edifici civili e religiosi. Il castrum e l'ormai ampio borgo furono distrutti nel 1287 da Ottone Visconti, il quale ordinò che non venissero mai più ricostruiti.

La piccola chiesa di Santa Maria Foris Portas, situata all'esterno del castrum, è di difficile datazione, situata genericamente tra VII e IX secolo. Sebbene edificata con materiali poveri e rinvenuti in zona, quali ciottoli di fiume, l'architettura è assai raffinata e mostra forti influenze orientali. L'edificio ha infatti una pianta a trifoglio, non comune in occidente.
Nel 1944, sotto uno strato d'intonaco quattrocentesco, venne scoperto un ciclo di affreschi molto preziosi: vi sono rappresentate le Storie dell'Infanzia di Cristo tratte dai Vangeli Canonici e Apocrifi.
La straordinaria libertà nelle composizioni, l'uso di uno spazio illusionistico e scenografico, insieme alle figure allungate ed eleganti e ad una tecnica rapida, di grande freschezza, ci riportano ad un'atmosfera anticheggiante, densa di ricordi classici.