Un'opera di E. ScherffigUn'opera di E. Scherffig

L'arte sotto vetro – L'arte del disegno per descrivere la trasparenza del vetro, l'opalescenza e l'aspetto diafano delle superfici colpite dalla luce. Lo sgurado e l'osservazione al centro dell'opera d'arte. "Vitrea" è l'esposizione monotematica che riunisce per la prima volta i disegni più recenti dell'artista tedesca Elisabeth Scherffig, realizzati tra il 2009 e 2010 e ispirati dall'osservazione del vetro quale sostanza materiale e metaforica della realtà. "Vitrea" è una metafora del "vedere", oltre che una rassegna d'arte. L'artista ha concentrato la sua vista su un unico elemento costitutivo della realtà, il vetro, materiale creato e lavorato dall'uomo, utilizzato in vari contesti con forme e finalità diverse. Il termine vetro, già nel suo significato etimologico e nella radice linguistica, è legato al verbo vedere. La riflessione di Elisabeth Scherffig, oltre all'analisi delle qualità materiche dei soggetti, cerca di cogliere anche l'elemento essenziale e immateriale che caratterizza il vetro, ossia la luce. Per vedere abbiamo bisogno della luce, linfa dei nostri occhi.

La responsabilità dello sguardo – C'è chi ha scritto che l'uso della parola è una responsabilità, è un atto morale. Anche lo sguardo umano richiede la sua buona dose di coscienza, di sensibilità e scrupolo. Elisabeth Scherffig ha analizzato l'architettura, gli spazi urbani, i cantieri e i

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frammenti delle città e della natura come organismi in perpetua metamorfosi, come esseri viventi in continua costruzione e decomposizione; l'uomo, la storia e il tempo sono i protagonisti dell'incessante trasformazione della realtà. I suoi disegni sono realizzati con un tratto energico, quasi come piccole incisioni di pastello su carta di Arches, e rendono percepibile la frammentazione e la tridimensionalità dei soggetti. Pur restando opere estremamente "realistiche", l'effetto ottenuto supera la semplice mimesi del reale, le strutture disegnate appaiono anche come microrganismi biologici o superfici astrali, donando alla composizione monocromatica un valore "assoluto". Il vetro viene anche usato come diaframma, un confine, barriera tra l'interno e l'esterno, tra spazio chiuso e spazio aperto, e concettualmente come limite tra mondo conosciuto e mondo ignoto. Tentare di vedere l'intima struttura della materia, trasporta il senso della vista dall'occhio alla mente. Il "vedere" diviene un "vedere-oltre".

Il disegno prima di tutto – L'aspetto primario di questi lavori, oltre alla straordinaria composizione formale, è nell'elemento luminoso che vivifica l'immagine tramite il segno grafico. La luce si manifesta intrinseca all'opera, rendendo la superficie vibrante e impalpabile. L'idea di trasparenza percepibile dai disegni fa emergere la profondità della materia. La varietà delle soluzioni compositive permette quasi di pensare ai vari passaggi di lavorazione del vetro che da massa fusa e magmatica diviene solido nel raffreddarsi. La mostra, curata da Gaspare Luigi Marcone con coordinamento di Neil Davenport e Beatrice Ferri, rimarrà aperta al pubblico fino al 10 maggio 2010.

Elisabeth Scherffig – Vitrea
Lakeside Art Gallery
Via Antonio Tacchini 26, Verbania (VB)
dal 20 marzo al 10 maggio 2010
a cura di Gaspare Luigi Marcone
neildavenport@tin.it
orario: da martedi a venerdi 15.30 – 19.30
Sabato 10.30 – 12.30 e 15.30 – 19.30
ingresso libero