Un momento dell'inaugurazione della mostraUn momento dell'inaugurazione della mostra

Una domenica per scoprire Gallarate, in una corsa fra i secoli dal Cinquecento all'Ottocento, raccontata attraverso le voci dei più importanti storici locali e immagini, in una mostra organizzata dal Gruppo archeologico del dopolavoro Ferroviario.

Quando l'Avvocato Massimo Palazzi prende la parola, domenica 15 aprile, nella splendida sala comunale di Gallarate, per presentare la mostra da lui curata, organizzata dal Gruppo archeologico del dopolavoro Ferroviario, si avverte l'emozione ma soprattutto la grande gioia dello studioso di condividere con gli altri storia e cultura.

Fra passione ed entusiasmo. Come ha sottolineato lo stesso curatore nella presentazione della giornata, l'idea della mostra è sorta non molti mesi fa, ma in breve tempo è riuscita a raccogliere il sostegno dei collezionisti a rendere disponibili i loro preziosi documenti. Una esigenza quindi, sentita da tutti, specialisti e non, quella di condividere i tesori di storia locale.

Gallarate nelle fonti. Antichi scrittori e viaggiatori parlano di Gallarate, descrivono la città nei suoi monumenti e nella sua vita quotidiana, come Francesco Campana, che ricorda l'etimologia, da "Gallorum area", la storia travagliata della chiesa di San Pietro, il mercato del sabato. Oppure Bonaventura Castiglione, che definisce Gallarate piccolo borgo, abitato in passato dagli Insubri, ricco di terre fertili.

La mostra. Queste testimonianze, e molte altre ancora, erano presenti nella esposizione, che fra l'altro ha avuto il patrocinio del comune e del Gruppo Lions di Gallarate. Al centro della sala una selezione di libri antichi, meravigliosamente conservati, fra cui i Diari del dott. Ercole Ferrario, gli "Annali di Gallarate" di Luigi Riva, "Gallorum Insubrum Antiquate sedes" di Bonaventura Castiglione. Tutti intorno pannelli in serie con manoscritti originali o riproduzioni con tanto di trascrizione e traduzione accanto…

Dalle carte geografiche. Si comincia con le carte geografiche, le più antiche delle quali risalgono al Cinquecento: alcune sono alquanto fantasiose, piene di colore, più interpretazioni del territorio che una veritiera raffigurazione di esso. Solo dall'Ottocento migliorarono le tecniche ed anche scientificità.

Particolare dell'allestimento della mostraParticolare dell'allestimento della mostra


Gallarate, dicono le fonti.
Una seconda serie di pannelli ripercorre la storiografia di Gallarate, a partire dai più antichi storici, come Geronimo Cardano, fino al Novecento e alla Fondazione della Società Gallaratese di Studi patri. Emerge una storia fatta di grandi eventi, come nel Duecento la morte in Gallarate di Napo Torriani, sconfitto a Desio da Ottone Visconti, ma anche di eventi particolari, come l'apparizione ad un contadino di un carro infuocato nel corso del XVI secolo.

Fra manoscritti e lettere private e documenti
Importante è il dizionario corografico italiano, pubblicato a fine ottocento: la voce Gallarate è stata redatta da Ercole Ferrario, definito dall'avvocato Palazzi il primo scienziato. Non solo in mostra il testo a stampa, ma anche il manoscritto dello stesso Ferrario poi pubblicato sul dizionario.

La storia attraverso i documenti.
Una sezione della mostra è stata dedicata agli episodi importanti della vita della città ricordati attraverso i documenti storici. Ecco quindi un ritratto a stampa di Guidobaldo Visconti, feudatario di Gallarate, al cui figlio Cesare si deve la famosa Crocetta oggi collocata di fronte a san Pietro. Ci sono poi proclami ai Gallaratesi nei mesi frenetici precedenti all'unità d'Italia.

Un po' di archeologia.
Sono soprattutto Luigi Riva ed Ercole Ferrrario gli spiriti"archeologici". Il primo descrive le antichità della città, mentre il secondo nel proprio diario di appunti, chiamato non a caso "caos", espone i ritrovamenti archeologici di Gallarate in modo scientifico.
Curiosa, sempre per l'ambito archeologico, una lettera che il presidente della Studi Patri inviò alla figlia dell'ormai deceduto Ercole Ferrrario, che viveva a Roma, in cui era riportato il disegno di una tomba emersa in quegli anni e in cui si chiedeva di mostrare questo disegno a Roma, in modo da far conoscere la Studi Patri anche lì.

Via con le immagini.
Chiudono l'esposizione una serie di belle immagini della città, fra Settecento e ottocento: angoli oggi rimasti, oppure totalmente stravolti. Da segnalare le acqueforti di Mario…, di cui per la prima volta sono esposte anche le matrici in rame.
Un ottimo successo, la mostra: grande afflusso di visitatori, interesse forte verso la storia più dimenticata di Gallarate, grande scientificità e precisione grazie alla supervisione dell'Avvocato Palazzi, generoso lui come gli altri espositori a mettere in mostra i propri libri. Fruttuosa la collaborazione fra Comune di Gallarate e Gruppo Archeologico dlf, che avrà modo di regalare prossimamente i suoi frutti, con una serie di conferenza a carattere archeologico nei mesi di maggio e giugno.