Busto Arsizio – Fin dai primissimi momenti della nostra esistenza la musica ci accompagna nelle esperienze, nelle relazioni e nei vissuti aiutando i nostri ricordi a formarsi e a sedimentare. L’esperienza musicale è profondamente radicata dentro di noi, legata a immagini e immaginari, capace di evocare ricordi che sembrano svaniti nella nostra memoria a lungo termine. In realtà questi vissuti non ci lasciano mai e, banalmente, anche quelle canzoni che sono considerate dei veri e propri tormentoni estivi, posseggono un forte potere evocativo capace di riportare alla nostra mente momenti di vita solo in apparenza dimenticati. Ci sono canzoni che permettono a fatti, persone ed esperienze di riaffiorare, facendoci percorre un viaggio a ritroso nel tempo. A volte, perchè ciò succeda, è sufficiente una sola nota, la voce del cantante appena accennata, l’attacco del brano preferito: il nostro cervello è in grado di fare collegamenti tra musica e ciò che stiamo vivendo o che abbiamo vissuto, accadimenti ed emozioni che insieme entrano a far parte del nostro bagaglio emozionale.

La memoria collettiva
Spesso non sono le canzoni più belle, le musiche migliori o quelle che amiamo; addirittura a volte proprio non ci piacciono ma restano comunque nella nostra memoria e per questo li chiamiamo tormentoni. Sono le canzoni che appartengono a tutti e che creano nell’immaginario collettivo un ricordo di quel periodo in cui non si ascoltava altro. Diventano lo strumento perfetto per creare una memoria collettiva che riguarda non più solo il singolo, ma una comunità, una generazione, sempre lì, a distanza di tempo, a ricordarci chi siamo e da dove veniamo e con chi abbiamo percorso anche solo un breve tratto di strada.

Perché la musica è così potente?
La forza della musica deriva dalla sua capacità di catturare immediatamente le emozioni, impegnando la mente in modo complesso come poche altre forme d’arte possono fare. La musica genera piacere, alimenta forti passioni, stimola i ricordi, facilita e rafforza i legami sociali e mette in campo una forma di comunicazione che va oltre le parole arrivando a toccare profonde corde del nostro inconscio. Attraverso la sua fruizione si riesce ad ottenere il più alto coinvolgimento emotivo che permette di andare oltre il linguaggio comune fino ad arrivare a una forma di metacomunicazione derivante dall’ascolto empatico. Una delle sue principali funzioni è di tipo “contenitivo”, si accompagna alla funzione “rievocativa” e si esprime quando cerchiamo brani noti, il cui ascolto provoca una sorta di attività regolativa rispetto alle esperienze e ai vissuti.

Songtherapy, migliorare con le canzoni
La musica aiuta la crescita personale e a stare meglio. Ci sono numerose evidenze scientifiche che evidenziano come ascoltare canzoni e brani faccia sì che i sintomi legati a situazioni quali, ansia, depressione e difficoltà relazionali risultino decisamente attenuati. La Songtherapy può essere molto utile alle persone particolarmente sensibili che sentono le canzoni come una parte fondamentale della propria vita, aiutandole a superare blocchi e traumi, a sviluppare motivazioni, ad aumentare competenze e assertività, creando percorsi di vita più vicini e adatti ai loro bisogni.

Brezza serale
qualcosa assomiglia a Mozart
nello scampanìo
Lane Parker

I primi pettirossi
spingono a mettere
Feeling Good di Coltrane
Billie Wilson

M. Giovanna Massironi