Leggiuno – E’ una mostra dedicata al ricordo della tragedia del mare avvenuta nel 2013 a Lampedusa quella in corso all’Eremo di Santa Caterina. L’esposizione intitolata “La memoria degli oggetti. Lampedusa, 3 ottobre 2013. Dieci anni dopo” raccoglie e presenta gli oggetti appartenuti alle persone migranti decedute nel naufragio di quell’anno, attraverso le fotografie di Karim El Maktafi e i video di Valerio Cataldi, giornalista.

La storia

All’alba del 3 ottobre 2013, un vecchio peschereccio con oltre 500 persone a bordo naufraga a ridosso dell’isola di Lampedusa. Vengono recuperati 368 corpi…Per la prima volta, i corpi dei naufraghi sono visibili al mondo intero. Un evento che cambia la percezione dei naufragi di nazionalità eritrea, che scatena una reazione emotiva a livello politico, mediatico e sociale.

Dalla tragedia ad oggi, si contano oltre 31.000 persone che sperando di raggiungere l’Europa sono morte nel Mediterraneo. Gli arrivi via mare fanno parte del nostro immaginario delle migrazioni. Eppure, a distanza di oltre dieci anni, l’opinione pubblica sembra essersi assuefatta ai naufragi e alle morti in mare.

“Ospitare questa mostra all’Eremo – dice Elena Castiglioni di Archeologistics, attuale gestore dell’Eremo di Santa Caterina del Sasso – significa mettere in connessione storie di naufràgi antichi, cui possiamo guardare con relativo distacco, e di nàufraghi contemporanei, sui quali non possiamo chiudere gli occhi. Oggi per i visitatori dell’Eremo l’acqua del lago è soprattutto sinonimo di benessere ed intrattenimento, ma la stessa acqua può diventare per altri limite insuperabile”.

In mostra è possibile ascoltare anche, sui dispositivi personali, ed in uno spazio appositamente identificato dove lo sguardo volge verso l’acqua, gli audio delle richieste di soccorso di quel 3 ottobre 2013.

Nel corso della mostra è prevista una serie di incontri con diversi relatori. Nella seconda settimana di marzo (data ancora da stabilire) Fra’ Roberto Fusco della Fraternità francescana di Betania, comunità religiosa che risiede all’Eremo di Santa Caterina e Michele Riva professore di Storia della Medicina dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. L’incontro sarà dedicato alle figure di San Gerardo, San Giulio e del Beato Alberto, fondatore dell’Eremo: vite esemplari di santi legate all’acqua.

Venerdì 22 marzo alle 15.30: l’Eremo ospita Cristina Cattaneo, direttrice del Labanof – Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense e del Museo universitario delle scienze Antropologiche, mediche e forensi per i diritti umani (Musa) dell’Università Statale di Milano.  L’appuntamento sarà dedicato al lavoro della  Cattaneo nella restituzione dell’identità alle persone migranti morte nel Mediterraneo, proprio a partire dalla tragedia di Lampedusa del 2013.

L’esposizione all’Eremo di Santa Caterina del Sasso, la cui storia prende avvio da un naufragio è visitabile rimarrà in calendario sino al 9 aprile, orari: fino al15 marzo da lunedì a venerdì 13.30 – 18; sabato, domenica e festivi 9.30-19.30; dal 16 marzo al 9 aprile: tutti i giorni dalle 9.30 alle 19.30. Aperture straordinarie su richiesta, in particolare per le scuole.