La Sala Consiliare di Sesto Calende accoglie il professor Stefano Zecchi, docente di Estetica all'Università Statale di Milano, giornalista e scrittore.

Il tema della serata è: perchè si parla tanto di Bellezza? La Bellezza è un tema di grande attualità e non solo per l'Oscar vinto dal film di Sorrentino. Di Bellezza si parla sempre più nelle trasmissioni televisive, sul web, sui media tradizionali, nei libri. E l'Italia è il Paese che più di ogni altro incarna il senso della Bellezza.

Il professore veneziano ha tutte le carte in regola per trattare quest'argomento. Ha infatti incentrato gran parte dei suoi studi sul problema e sul significato della Bellezza, il fondamento per comprendere lo sviluppo della metafisica occidentale. Inoltre, egli è molto critico contro gli atteggiamenti pseudo-culturali che hanno cancellato l'educazione estetica dalla formazione dell'uomo.
La Bellezza è anche il titolo di un libro che Stefano Zecchi ha dato alle stampe in tempi non sospetti, nel 1990.
Con queste premesse l'incontro, fortemente voluto da Silvia Fantino (assessore a Cultura e Istruzione), si preannuncia molto interessante.

Stefano Zecchi (Venezia, 18 febbraio 1945) è uno scrittore, giornalista e accademico italiano, professore ordinario di estetica presso l'Università degli Studi di Milano. È stato assessore alla cultura al Comune di Milano dal 2005 al 2006.

Biografia
Ha studiato al liceo classico Marco Polo di Venezia. Dopo la Maturità si è iscritto alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Milano, dove si è laureato in filosofia con Enzo Paci discutendo una tesi sulla fenomenologia di Edmund Husserl, e ai problemi della fenomenologia ha dedicato i suoi primi studi. Dopo la laurea ha insegnato per qualche anno nelle scuole di Milano e provincia. Nel 1979 è diventato professore ordinario, ottenendo la cattedra di filosofia teoretica presso l'Università degli Studi di Padova, in cui era stato assistente e docente incaricato da 1972. Dal 1984 è professore ordinario di estetica presso l'Università degli Studi di Milano.

Ha insegnato in diverse università straniere: tra esse, quella che ricorda con maggiore interesse e che più l'ha coinvolto, è l'Università Tagore di Calcutta, in India. Oltre all'insegnamento ricopre importanti incarichi amministrativi: presidente del corso di laurea in Filosofia dell'Università degli Studi di Milano, consigliere d'amministrazione del Piccolo Teatro di Milano, presidente dell'Accademia di belle arti di Brera sempre a Milano, membro del consiglio dell'Irer (Istituto per la programmazione scientifica e culturale della Regione Lombardia), rappresentante del Ministero della Pubblica Istruzione presso l'UNESCO per la tutele dei Beni immateriali, consigliere comunale a Venezia e assessore alla cultura a Milano, consigliere d'amministrazione del MAXXI (Museo dell'arte del XXI secolo), consigliere d'amministrazione della Fondazione La Verdi di Milano, consigliere d'amministrazione del teatro Parenti di Milano.

Dopo gli studi sulla fenomenologia di Husserl e della sua scuola, ha affrontato le questioni inerenti ai concetti di "speranza" e di "utopia", riflettendo sulla filosofia di Ernst Bloch, di cui è stato anche traduttore. Il pensiero di Goethe (di cui ha tradotto diversi saggi sulla scienza, l'arte e la letteratura) e del Romanticismo sono diventati i punti di riferimento essenziali dei suoi studi, che lo hanno portato a concentrare le sue ricerche sul problema e sul significato della bellezza.


Pensiero
Il concetto di bellezza viene inteso da Zecchi come il fondamento per comprendere lo sviluppo della metafisica occidentale. L'esperienza della bellezza diventa decisiva per cogliere il valore delle relazioni con gli altri e con il mondo; il sentimento della bellezza è essenziale per riflettere sul senso della vita. Nel pensiero di Zecchi la bellezza contrasta nel modo più radicale con il nichilismo – vera malattia spirituale del nostro tempo – essendo l'idea del bello mai dissolutiva, reattiva, negativa, bensì progettuale, utopica, propositiva, sovversiva. In questa prospettiva, l'estetica contemporanea, le questioni delle arti, e del loro valore di verità, il concetto di opera mitico-simbolica nella sua funzione di critica allo sviluppo della modernità scientista e globalizzata sono diventati temi cruciali delle ricerche filosofiche di Zecchi. 

Nei suoi libri, l'argomento più rilevante e ineludibile è costituito dalla critica a quelle espressioni della nostra cultura, dominate dalla visione pragmatica e meccanicistica della vita, che hanno cancellato l'educazione estetica dalla formazione dell'uomo.
Alla ricerca filosofica di Zecchi si deve accostare una significativa attività di romanziere. La sua idea di scrittura e gli argomenti affrontati riflettono sul piano della narrativa la sua concezioni dell'estetica e, in particolare, della letteratura.

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