Come s'usa dire di questi tempi, Massimo Giacon (Padova 1961) non s'è fatto mancare niente.
Sin da giovane, la sua creatività ha spaziato, per non fermarsi più, dai fumetti alle copertine di dischi e cd, dai murales agli oggetti natalizi e poi ceramiche, biglietti da visita, francobolli, Flyers per discoteche, tappeti e aggiungete qualsiasi altra cosa vi venga in mente; non sbaglierete.

Giovane prodigio, nel 1982, appena ventenne, espose i suoi lavori alla Triennale di Norimberga accanto a quelli di Keith Haring. Poi si sa, la cabala a volte ci mette del suo e le cose vanno in un verso piuttosto che in un altro.
Dell'ironica, irriverente, dissacrante e un po' ruffiana ecletticità di Giacon, ci dice la mostra personale in corso presso la Galleria Antonio Colombo Arte Contemporanea a Milano, dal (misurato) titolo "c'è quel che c'è e di quel che c'è non manca nulla".

Un nucleo di lavori che va dal 1983 al 2013, insomma, quasi un'antologica con accanto ad ogni opera foglietti di block notes sui quali spiccano, in bella vista, prezzo, titolo e dati tecnici.

Alla farsesca interpretazione dei "Dieci comandamenti", con Dante sfinito dal caldo infernale e dalle altrui, incipienti nudità, segue "Don Chisciotte" intento a leggere la versione aggiornata delle sue avventure, mentre un "Totò" in volo, colpito al cuore, guarda sconsolato il disastro ambientale della sua città.

Sotto teca, un'infinità di piccoli oggetti rimandano direttamente ai loro simili, presenti nelle opere, con tanto di scritto che invita il visitatore a collocare ognuno di loro al posto giusto… giusto per chi ha tempo e voglia di giocare.

Massimo Giacon
"c'è quel che c'è e di quel che c'è non manca nulla"
Lavori 1983-2013
Milano, Antonio Colombo Arte Contemporanea, via Solferino 44
Fino al 26 luglio
Orari: da martedì a venerdì dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00
Sabato dalle 15.00 alle 19.00