'Il miracolo si San Giorgio e il drago', fine XV, inizio XVI sec'Il miracolo di San Giorgio e il drago',
fine XV, inizio XVI sec

Dal Tretyakov a Bergamo – Al centro della scena, manifesto della mostra, è San Giorgio. Iconografia comune anche nella storia dell'arte occidentale, San Giorgio è il patrono della Russia. Ed è anche il custode del Museo Tretyakov di Mosca, interamente dedicato alle icone, l'arte ortodossa per eccellenza. Una figura che coniuga in sè la vittoria sul male e il culto della Madre Terra: il nome del santo deriva infatti da 'geo', terra. Il fil rouge delle opere in mostra è proprio la sensibilità russa nei confronti delle tre madri: la Madre di Dio e madre di ogni cristiano, la Madre umida Terra e la madre naturale, umana. Cinquanta le icone che compongono la mostra 'L'oro dell'anima', allestita fino a giugno, negli spazi del Palazzo della Regione di Bergamo. "Un legame nato tra Bergamo e la Russia, da diverso tempo, ma che in questo caso, attraverso il canale dell'arte, ha saputo promuovere un'iniziativa di alto livello", afferma Valerio Bettoni, Presidente della Provincia di Bergamo. Per la prima volta giungono in Italia una grande quantità di opere di grande pregio, "che forniscono una lettura dell'arte russa mai così rappresentativa e articolata".

Veri e propri documenti storici – Nessuna firma, nessuna data; nonostante queste particolarità tipiche dell'arte iconica, la storia segnata da queste opere è ricca e ben definita. In cinque secoli, l'icona ha attraversato diverse fasi, scoperto nuove formule creative, affrontato diversificate tematiche. Strettamente ancorate alla sfera sacra, le icone hanno origini antiche, fatte risalire fin al X secolo, quando la Russia si converte al Cristianesimo. Da allora le icone diventano punto di riferimento per ogni uomo russo, costante nella crescita, testimone delle tappe dell'esistenza. Non solo, le immagini sacre dipinte su legno, narrano le vicende dell'intero paese, oltre che abbellire e comunicare ai fedeli all'interno degli edifici di culto, dove a queste opere era dedicata l'iconostasi. In mostra un esempio, in forma ridotta di un Iconostasi della seconda metà del XIX secolo, eseguita a tempera su tavola. Sette gli ordini di figure in cui è strutturato l'elemento architettonico che usava dividere nelle chiese ortodosse, lo spazio occupato dall'altare da quello adibito ai fedeli.

'Madre di Dio di Jaroslavl', seconda metà XV secolo'Madre di Dio di Jaroslavl',
seconda metà  XV secolo

Una mostra a più piani – Il museo da cui provengono le opere in mostra è un caposaldo nel patrimonio nazionale russo: un museo nato dalla collezione privata di Pavel Michajlovic Tret'jacov (1832-1898), che vanta fama al pari dell'Ermitage di San Pietroburgo o del Cremlino a Mosca. Una ricca presenza di opere che offre al pubblico nella sua completezza periodi e correnti, evoluzioni, dello stile iconico. L'esposizione di Bergamo è stata organizzata da un comitato scientifico composto da Valentin Rodionov, direttore generale del Museo Tretiakov, Nadezhda Bekeneva, responsabile del dipartimento 'Arte Antica Russa', Valentina Ukhanova, curatrice della mostra, autrice del saggio in catalogo, Elena Burenkova, autrice del catalogo, Evgenija Gra, restauratrice e Tatiana Gubanova, responsabile Ufficio relazioni internazionali del Museo e coordinatrice della mostra. Tra i curatori anche Fernando Noris. E' quest'ultimo a spiegare la scelta di strutturare il percorso su più piani di lettura, sfuggendo in tal modo ad una visione monotematica, come era avvenuto per la mostra Svizzera nel 1997-98, dedicata all'iconografia dei Santi. Un cammino cronologico attraverso cinque secoli, riconosciuti come l'età dell'oro della produzione del genere: dalle più antiche, 'Natività della Madre di Dio con Santi', dipinta a cavallo tra XIV e  XV secolo a Novgorod, fino alle più recenti, 'Donna vestita di sole', del XVIII secolo. Uno orizzonte geografico che va a toccare diverse zone e scuole regionali: Novgorod, Pskov, Mosca e molti altri centri che si sono distinti nel tempo per l'assunzione di caratteri e stili propri. Ma non manca nemmeno una ricostruzione per grandi nomi, ricorrenti e riconoscibili, in grado, in una poduzione spesso anonima, di creare scuole e discepoli. Ma è possibile anche leggere la mostra dal punto di vista storico, scoprendo così come queste opere sono speso fedeli ad avvenimenti, più o meno noti della vita del paese; vi figurano allora, come protagonisti, principi, soldati, Zar e santi. Un esempio è La deposizione della veste di Cristo nella Cattedrale della Dormizione del Cremlino di Mosca: è qui riportato un fatto storico, la consegna della reliquia cristiana nel 1625 al patriarca Filarete e allo Zar Michail Fedorovic che, per lo stato russo rivestì un'enorme importanza sia spirituale che politica.

I grandi temi – Passeggiando tra le opere, tra l'onnipresenza dell'oro, e la vitalità del rosso, molti sono gli sguardi amorevoli della Madre di Dio, sguardi materni, accanto a figure di Santi, schiere di angeli e gloriose scene di tradizioni sacre. I temi che da sempre ricorrono nelle raffigurazioni iconiche percorrono la vita di Cristo, indagano la Madre di Dio, narrano le Storie dei Santi e le Feste. L'oro che domina sulla scena è la prima fase del lavoro dell'iconografo, a cui segue la definizione del paesaggio e solo in fine la realizzazione delle figure. Una stupefacente tradizione, capace di un basso costante di altissimo artigianato perpertrato nei secoli, con picchi che spesso entrano direttamente nel novero dei capolavori.

Eventi collateraliSabato 14 marzo alle ore 20.00, in occasione dell'inaugurazione della mostra è previsto il concerto 'Spiritualità nella musica tra Oriente e Occidente', presso la Chiesa di San Spirito. Inoltre hanno inizio il 18 marzo, gli incontri a cura dell'Università degli studi di Bergamo e della Fondazione Russia Cristiana, che ogni mercoledì sera, durante tutta la durata della mostra, propongono approfondimenti e analisi di diverse tematiche legate all'arte russa delle icone. "L'icona nella letteratura russa dell'Ottocento: una poetica del Sacro", è il titolo del primo appuntamento, condotto da Rosanna Casari, docente ordinario di lingua e letteratura russa, Facoltà di Lingue e Letterature straniere, Università degli studi di Bergamo.

'L'oro dell'anima. Icone russe dal XIV al XVIII secolo del Museo Tretyakov di Mosca'
15 marzo – 14 giugno 2009
Palazzo della Provincia
via T.Tasso
Spazio Viterbi
Ingresso libero
Inaugurazione: sabato 14 marzo, ore 17.00
orari mostra:
da Lunedì a Venerdì 15.00-19.00;
Sabato, Domenica e Festivi 10.00-19.00
Chiuso il Giovedì
Catalogo edizioni Provincia di Bergamo (pp.136; euro 10)
Per informazioni: Comune di Bergamo
Tel. 035.387604 – 035.387397
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