Carlo PremoselliCarlo Premoselli

La stranezza – La cosa più strana è che non è un pittore qualunque. Alla fine arriveranno tutti a dotarsi di uno spazio sul web per presentare la propria opera, questo è certo, quanto meno inevitabile. Che vi arrivi, che vi sia arrivato e neanche tanto in ritardo un pittore come Carlo Premoselli, da Vergobbio, Cuveglio, Valcuvia, fa davvero specie. Lui che davvero ha l'aura del lupo solitario, la leggenda del timido; ma soprattutto in antitesi, almeno così appare, a qualsiasi ritorno di immagine e tanto più dalle nuove forme di comunicazione.

In attesa – Invece è andata così: il nuovo sito, recentissimo, www.carlopremoselli.it, squaderna per intero e senza nessun imbarazzo la vicenda di un pittore autodidatta, con qualche mostra nel suo curriculum, con poche vendite all'attivo, "ma con tante arte, pieno di arte, da perdere di vista spesso molti aspetti che dovrebbero essere all'arte connessi, ma che lui percepisce distrattamente", racconta la giornalista Michela Lucchina, l'artefice delle nuove pagine web. Un artista che in fin dei conti, e come è giusto che sia, "aspetta in realtà ancora il grande riscontro, che sogna ancora la grande mostra". In attesa della grande occasione

La fede perdutaLa fede perduta

Il pittore che molto ha visto – Umile, appassionato, produttivo. Sono le  doti che si riconoscono in questo pittore settantatrenne, in gioventù modellista in gesso di vasi per conto della Ceramica Italiana di Laveno, poi impiegato in un ufficio postale. Rinfrancato nei primi anni dalla stima di Innocente Salvini, e in questa ultima stagione dalle attenzioni di alcuni, tra cui l'amico Luigi Sangalli che per il sito ha fornito le immagini, Premoselli è legato da sempre ad una idea di pittura che per quanto possa essere educata sui libri rimane nel suo intimo visceralmente diretta e personale; accesa e vivida nelle tonalità quanto piana e fabulistica nel suo svolgersi; iconica assolutamente, via via distaccatasi da urgenze cronachistiche degli anni settanta, per svolgersi in una atemporale celebrazione per simboli del mondo animale, contadino, del sacro. E germogliando in un linguaggio 'premoselliano' che molto ha visto, da Gauguin e Van Gogh in sù, fino a Ligabue naturalmente, e che molto ha elaborato dentro le mura di casa. Una produzione vasta, la sua, circa 400 opere, "molte delle quali, senza titolo. Il lavoro di riordino è stato notevole", racconta ancora Michela Lucchina. Ora, il lancio nel web. Premoselli non conosce internet, in quelle zone è difficile anche captare il segnale televisivo. Ma lui, a maggior ragione oggi, rimane in attesa.