Mimmo Jodice - da internetMimmo Jodice – da internet

Ricordi partenopei – A Villa Pomini, a Castellanza uno dei soci fondatori dell'AFI, Claudio Argentiero presenterà al pubblico la straordinaria storia di un grande fotografo. Una serata dove si scopriranno gli scatti e la vicenda professionale di Mimmo Jodice. L'appuntamento è fissato per giovedì 26 novembre.
Mimmo Jodice è considerato uno dei più grandi autori della fotografia italiana. Legato alla sua città natale, la bellissima Napoli, il maestro si concentra sulle sue architetture, sui vicoli e sugli scorci che la caratterizzano. Una ricerca sulla dimensione in cui la memoria prende forma, il Mediterrano affascinante e ricco di contraddizioni con le sue brutture non nascoste.
Nelle sue immagini si ha la sensazione che il tempo sembra essersi fermato: i resti archeologici vivono una nuova dimensione attraverso lo sguardo di Jodice, come anche gli antichi volti scolpiti nella pietra, che assumono nuove fisionomie, oniriche e immaginarie. Jodice scopre un Italia quasi nascosta, inattesa, tra le pieghe. Un grande autore famoso in tutto il mondo per la sua capacità di creare realtà nuove, vicine ma distanti dal soggetto, ceh lo arricchiscono di un valore aggiunto. Un bianco e nero accattivante regala immagini senza tempo, scatti unici, indimenticabili.

Una foto di JodiceUna foto di Jodice

Scopriamo chi è – Mimmo Jodice nasce a Napoli nel popolare rione Sanità il 24 marzo 1934. L'improvvisa morte del padre, nel 1939, causa il tracollo economico della famiglia. Seguono anni molto difficili, durante i quali alle sfortunate vicende familiari si intrecciano i momenti della guerra. A dieci anni Mimmo e' costretto a iniziare a lavorare. Frequenta gli ambienti dell'Accademia di Belle Arti di Napoli e, dopo prime esperienze con la pittura e la scultura sotto l'influenza di De Pisis e Viani, alla fine degli anni Cinquanta si avvicina alla fotografia. Nel 1962 sposa Angela Salomone, da quel momento compagna inseparabile di vita e di lavoro. Dall'unione nascono tre figli: Barbara (1963), Francesco (1967), Sebastiano (1971). A metà anni Sessanta decide di dedicarsi completamente alla fotografia, anche grazie alla conoscenza con il pittore e fotografo Giovanni Thermes. Le sue produzioni degli anni Sessanta, fortemente orientate verso la sperimentazione e la manomissione delle tecniche tradizionali della fotografia, vedono l'influenza del fotografo inglese Bill Brandt e portano anche il segno dell'Informale e delle avanguardie, specie il Cubismo e il Surrealismo. Nel 1967 espone per la prima volta il suo lavoro a Napoli alla Libreria La Mandragola. Nel 1968 inizia con il gallerista Lucio Amelio un proficuo rapporto di collaborazione che durero' fino al 1985. Entra dunque in profondo contatto e lavora con i piu' grandi artisti attivi in quegli anni, da Andy Warhol a Robert Rauschenberg, da Jasper Johns a Sol LeWitt, da Joseph Beuys a Michelangelo Pistoletto, da Joseph Kosuth a Mario Merz, vito Acconci, Jannis Kounellis, Giulio Paolini, Gino De Dominicis, Gina Pane, Alberto Burri, Hermann, Nitsch, Wolf Vostell.

Giovedì 26 Novembre alle ore 21,15 a Villa Pomini
PARLIAMO DI GRANDI FOTOGRAFI: MIMMO JODICE
La conversazione sarà accompagnata da una proiezione.
Incontro a cura dell'A.F.I.
Relatore: Claudio Argentiero