Como – La tecnologia in mostra nella casa di Dio: una provocazione; si apre venerdì 12 luglio, nella Chiesa sconsacrata di San Pietro in Atrio, la mostra di arte contemporanea “Interference” con oltre venti opere – alcune appositamente realizzate per la mostra – di sette artisti internazionali che riflettono sull’impatto che le tecnologie moderne hanno nella nostra vita.

La Mostra
Un tema che pochi artisti hanno raramente affrontato ma che richiama importanti e urgenti riflessioni: le grandi innovazioni tecnologiche degli ultimi dieci anni hanno infatti cambiato sempre più il modo in cui gli esseri umani comunicano tra loro. Ma, oltre ad averci fatto sviluppare nuovi comportamenti, queste tecnologie ci fanno svelare e condividere una quantità sempre crescente di informazioni su chi siamo, cosa facciamo e quando lo facciamo. Come si inseriscono queste innovazioni nella vita di ognuno di noi? Ci ostacolano o sono utili? L‘interferenza delle tecnologie moderne suscita implicazioni etiche e morali riguardo alla violazione della privacy della nostra sfera umana. Droni, Facebook, iPhone, sorveglianza, impianti eolici e solari – sono i benvenuti o semplicemente interferiscono nelle nostre vite? La tecnologia sembrerebbe quasi una nuova divinità – non neutra – che sta assumendo un potere sempre maggiore sull’essere umano dando luogo ad una società sempre più distopica.

La Sede
La stessa sede della mostra – una ex chiesa – ricopre un importante ruolo simbolico: un tempo rappresentava il luogo di riferimento in cui persone e comunità, in carne ed ossa, si incontravano e comunicavano. Roberta Gonella, curatrice della mostra e fondatrice di Visionary Art Trends con sede a Zurigo, commenta: “Nel corso dei secoli, la chiesa ha rappresentato il modo dell‘umanità per comunicare alla sua gente. Ora quella forma di comunicazione molto umana è minacciata dalla nostra era tecnologica. Quale luogo è più adatto quindi per organizzare una mostra incentrata su questo confronto, se non questa bella chiesa di Como?”.

Gli Artisti
Sette gli artisti internazionali chiamati ad esporre le loro opere:

Sheila Elias
Il suo lavoro si incentra sugli strati della vita e della storia dell’arte, cercando in questi la connessione tra estetica dell’arte e coscienza sociale. Ha visto la propria arte trasformarsi nel corso dell’era digitale. Sebbene la tecnologia la aiuti a creare e a sviluppare le tecniche, nella vita di tutti i giorni può risultare molto invadente. Siamo noi a invitare la tecnologia ad essere tale; siamo noi ad averla resa indispensabile. La sua visione in merito al concetto di “Vigilance” (opere d’arte in mostra) denota una certa prudenza rispetto all’abuso della tecnologia nella nostra quotidianità;

Andres Levin
Ha creato molteplici colonne sonore appositamente per la mostra, presentando diverse ambientazioni di interferenza basate sull’idea di telefonate provenienti da tutto il mondo;

Fabrizio Bellanca
Le sue raffigurazioni “The Sentinel”, “Under control” e “The New Trinity” pongono l’attenzione sulle telecamere di sorveglianza e sull’arrivo di droni in città. Ogni cosa che facciamo si trova in una scia di luce: diamo il nostro consenso per essere monitorati, sia in città sia sul web. Viviamo con l’illusione che questi dispositivi siano utili e solo alla fine ci rendiamo conto di essere solo dei numeri…di carte di credito;

Hongtao Zhou
Per la mostra Hongtao Zhou utilizza la tecnologia della stampa 3D al fine di suscitare interrogativi in merito a vista, conoscenza, informazione e nozione del tempo in relazione all’esperienza umana. Zhou costruisce Textscapes di varie città di tutto il mondo, manipolando il testo per trasformarlo in scenari urbani di dense metropoli come Shanghai, New York e Milano. Il testo funziona come una cartina leggibile che richiama visivamente lo skyline reale, fornendo altresì informazioni demografiche della città e ponendo l’attenzione sulle nozioni di spazio e/o sulla sua mancanza. Mettendo in luce contemporaneamente il testo e le forme architettoniche, lo spettatore si trova, a un primo impatto, di fronte a un momentaneo disorientamento visivo, incapace di guardare insieme il testo e la forma, subendo così un’interferenza visiva e cognitiva. Infine, dopo aver compreso il dualismo dell’opera d’arte, lo spettatore è in grado di coglierne il messaggio e le informazioni intrinseche nella loro totalità;

Duvier del Dago
Le vere protagoniste della mostra sono tre scatole: una con il ritratto di Adamo ed Eva sdraiati, una con un uomo, un’aquila e un drone, l’ultima raffigurante una lucciola e un drone. Il progetto Adán y Eva (Adamo ed Eva) affronta il tema della conservazione della specie umana e della necessità del genere umano di tornare allo stato primordiale in un’era in cui le nuove tecnologie e i mezzi di comunicazione minacciano l’integrità e l’intimità dell’uomo e della natura. Le installazioni rientrano nelle serie Standby, in cui utilizza rappresentazioni di droni civili e militari per raffigurare l’accelerata diluizione dell’umanità;

Nicholas Berdysheff
Per la mostra Berdysheff esamina le complessità dei moderni sistemi di sorveglianza, concentrandosi soprattutto sulla fotografia e sui mezzi di comunicazione visiva. Il suo lavoro presentato alla mostra (un video e una stampa) affronta temi che spaziano dalle tecnologie utilizzate da enti governativi e regolatori per pratiche quotidiane di sorveglianza che sono divenute parte integrante delle nostre vite, soprattutto nei social media. La domanda è: come possono l’arte contemporanea e la teoria dei media contribuire a una migliore comprensione della nostra società moderna della sorveglianza?

Julio Figueroa Beltran
Julio Figueroa Beltran, tramite il suo lavoro, esplora il tema generale del rapporto tra l’uomo e l’ambiente. I soggetti raffigurati nei suoi dipinti, rivelano tracce di incontri contradditori di realtà lontane. Per la mostra “Interference“, Figueroa Beltran ha creato una serie di tre dipinti che affrontano il concetto della sorveglianza e dell’intrusione, qualche volta celate dalla bellezza della scena rappresentata. Nel dipinto “When the wind blows outside” (Quando fuori soffia il vento), il quieto paesaggio dell’aurora boreale sullo sfondo, dei mulini a vento e di un granaio, è pervaso da un’intensa luce rossa, come se qualcuno stesse spiando l’immagine mediante una termocamera. La tela “Into the Parallel Ocean” (Nell’oceano Parallelo) ritrae un astronauta immerso in una scena onirica, circondato da meduse fluttuanti che riempiono lo spazio. La giustapposizione di elementi incompatibili, crea una situazione irreale all’interno del dipinto, dando un taglio metaforico al tema dell’interferenza. In “Unexpected Intruder” (Intruso inaspettato), un drone militare attraversa il cielo con il suo volo spietato. Sotto la sua presenza minacciosa, i tetti delle case rimangono intatti e indifferenti, così come gli abitanti. La scena è come un istante cristallizzato nel tempo, ricco di mistero e tensione, in attesa della conclusione. In questo lavoro, così come nelle altre opere di Julio Figueroa Beltran, il rapporto tra l’osservatore e la scena è essenziale; si crea, infatti, un’interazione tra le sue immagini poetiche e l’immaginazione dello spettatore.

Informazioni
Mostra “Interference
ex Chiesa di San Pietro in Atrio, Via Odescalchi 3, Como
dal 12 luglio al 4 agosto 2019
Orari di apertura: dal martedì al venerdì e la domenica 11.00-19.00 – sabato 11.00-22.00 Lunedì chiuso
Contatti: info@visionaryarttrends.com– Telefono: (+39) 031 41.20.348; (+39) 347 26.35.047
INGRESSO LIBERO

Daniela Gulino