Milano – La  doppia personale “In/Origine” proposta dalla Galleria Fumagalli propone un dialogo tra le fotografie di Filippo Armellin (Montebelluna 1982) e le sculture di Mattia Bosco (Milano 1976) tracciando in tal misura una ideale percorrenza In/finita data l’affascinante e misteriosa impossibilità di stabilire l’origine del tempo e al tempo stesso  la cosciente attualità nel momento in cui la viviamo.

Tattilità e totale percorrenza definiscono le sculture di Mattia Bosco, pietre provenienti dalle montagne della Val d’Ossola, mentre l’esclusività del visibile caratterizza le immagini di Filippo Armellin dove si scorge sia la natura del mondo sia il presagio di un paesaggio post-nucelare.

Nelle forme finite di Bosco emerge la misura temporale dell’esecuzione sino al compimento finale poiché questo anche dobbiamo scorgere in un ‘opera tridimensionale affinché il compito del visitatore assolva a pieno le proprie funzioni.

Le pietre parlano, eccome, nel caso di In/Origine aprono a rimandi continui tra concretezza e idealità creando baratri di silenzio entro i quali il pensiero si scatena in percorrenze infinite dettate dalle estremità primordiali delle punte presenti nelle sculture.

In altra misura, le foto di Armellin definiscono l’idea di terra come centro, perno, fulcro attorno al quale l‘universo trova il suo, forse apparente, equilibrio.

 

Filippo Armellin – Mattia Bosco – “In/Origine”, Galleria Fumagalli, Via Bonaventura Cavalieri 6. Fino al 20 luglio. Orario: martedì – sabato 11-19

 

Mauro Bianchini