Un'opera di CerviniUn'opera di Cervini

Equilibri e fratture – Questo è il titolo della prima mostra personale del giovane artista Luca Cervini, ospitata presso l'Officina delle Immagini di Milano. Con le sue opere l'artista tocca temi importanti, raccontando con metafore visive i vari aspetti e le problematiche della condizione esistenziale umana.

Luca Cervini, nato a Merate (LC) nel 1984 e formatosi come grafico pubblicitario, ha declinato la sua sensibilità artistica in molteplici opere di sperimentazione nei campi della fotografia, della rielaborazione digitale, del cinema e del fumetto.

Ispiratosi alla corrente del surrealismo di Dalì, ha realizzato delle opere cariche di simbolismo e di poesia, dalle atmosfere inquiete e dai toni malinconici. La sua indagine, infatti, verte sulla dialettica tra l'equilibrio e la frattura, rimandando quindi a quella sottile linea che separa la precaria stabilità dell'esistenza dalla rottura causata dal non essere. Lo si vede, ad esempio, nel dipinto "I funamboli", che rappresenta un giocoso ma pericoloso cammino su delle funi sospese sul vuoto, chiara metafora della vita sempre sospesa sopra un filo sottile.

Compare dunque anche lo scorrere incessante ed ineluttabile del tempo, visibile soprattutto ne "Il triste procrastinatore" e ne "Il fiume delle possibilità rimpiante", entrambi simboli di un vissuto vuoto, di un vissuto non-vissuto, che cede sotto il peso della disperazione e del non senso.

La morte si manifesta così come l'apice di questa

Un'opera di CerviniUn'opera di Cervini

frattura esistenziale, come ne "Il volo dei ciechi", dove un vissuto di oscurità e buio si conclude in un salto verso il precipizio del nulla, con una caduta che spezza il filo teso della vita una volta per tutte.

Dotato di un'intensa forza empatica e di profonda introspezione, con la sua arte Cervini intende far riflettere lo spettatore sui grandi quesiti che s'impongono all'uomo, il quale si trova a doversi confrontare con interrogativi così alti che lo sovrastano fino al punto da poterlo addirittura soverchiare. È anche per questo motivo che i protagonisti delle sue opere sono spesso dei manichini, immagini tragiche dell'uomo incastrato in un corpo, "in un involucro legnoso" (come li descrive l'artista); quasi alla stregua di maschere, che esprimono insicurezza, sofferenza, o indifferenza.

Ma questa polarità di equilibrio e frattura è altresì una fonte di dinamica vitalità. Il curatore della mostra, Alberto Mattia Martini, ha commentato: "L'equilibrio è la costante analisi introspettiva che l'artista persegue nel tentativo di trovare un'armonia con il sé e conseguentemente con l'altro, la ricerca del significato e del senso, che egli cerca di acquisire per poi poterla trasmettere al fruitore. Nella frattura invece vive il cambiamento, l'energia, la forza dell'emozione, del perenne desiderio di rinnovamento, di alzare lo sguardo ed assorbire l'orizzonte, scorgendo una continua attiguità tra immaginario e reale".

La ricerca del senso dell'esistenza prosegue dunque persino dopo essersi scontrata con il non senso e la disperazione, ed è proprio questa continua ed incessante ricerca che muove anche l'arte di Cervini.

Luca Cervini – Equilibri e fratture
Milano, Officine dell'Immagine (Via Atto Vannucci 13)
Dal 12 maggio al 26 giugno 2011
Orari: dal martedì al venerdì dalle 14.30 alle 18.30
Sabato dalle 11 alle 19. Mattina e festivi su appuntamento.
Ingresso libero
Per maggiori info.: 0331 898608 | cell: +39 334 5490900
info@officinedellimmagine.it

http://www.officinedellimmagine.it