Fino al 27 ottobre, lo spazio espositivo di Villa Baragiola di Varese, con il Patrocinio del Comune di Varese, ospiterà la personale "Silente geometrico" della varesina Franca D'Alfonso. La mostra è curata da Lorenzo Mortara.
Una sensazione di quiete, di serenità e di compiutezza raggiunge l'osservatore, o così dovrebbe essere, appena il suo sguardo si volge alla visione delle geometrie di smalti ad acqua, tenui e soffusi, su carta intelata e su tela, di Franca D'Alfonso. O almeno così succede a me, mentre metto a riposo il lavorio di raziocinio e logica per abbracciare il sentimento del fluido delle forme e dei colori, lasciandomi guidare dall'intuizione e da qualche breve titolo, come per esempio: "Nevicata", "Corrispondenze", "Alba", "Viaggio in treno", "La prima rondine" e "Temporale".

Il corpo deve essere come un involucro agile e leggero dell'anima, sembra dirci la pittrice varesina coi suoi lavori, ed è solo così e grazie all'occhio della mente e alla pratica del volo – educare la mente a farsi nuvola (Controluce, G. Mortara) -, che Franca D'Alfonso riesce a proiettare e sviluppare temi e fantasie geometriche, specchi del suo vissuto e sogno del tempo che verrà, in armonia con i colori sapienti e avvolgenti del suo presente: azzurri, marroni, grigi, verdi, rossi, gialli, neri e altri. Sentimento che è in sintonia con le sue esitazioni, i suoi slanci, i suoi fremiti e le sue dolcezze.

È come un continuo sperimentare, un viaggio inarrestabile per l'artista, e da quando l'ha intrapreso non intravede più la fine, perché c'è solo l'ebbrezza e il desiderio di continuità nel disegnare, nell'inventare e nell'improvvisare, come se fosse sempre il primo giorno del disegno e della pittura, da quando ragazzina prese matite e pennelli. Una vera necessità interiore, riflesso dell'imperativo categorico di Kandinskij.

I colori e tutte le loro manifestazioni e contaminazioni sono stati da sempre al centro del suo interesse e della sua ricerca. Autodidatta, successivamente entra a far parte di alcune associazioni di pittori e partecipa a numerose mostre collettive. Ma la sua vera maturazione artistica si manifesta a partire dal 2010 quando – grazie al prof. Pierantonio Verga che la segue all'Accademia di Belle Arti "Aldo Galli" di Como – la sua pittura inizia un nuovo percorso, caratterizzato dal definitivo abbandono di ogni elemento figurativo e da un'espressività più libera, basata sul cromatismo delle forme geometriche.

Le sue opere prendono slancio dallo studio dei lavori di Kandinskij, di Mondrian e di Malevic, maestri storici

dell'Astrattismo, ma anche da artisti più vicini nel tempo e nello spazio, quali Italo Valenti, Silvano Bozzolini e Alberto Magnelli. Per l'artista contemplare i loro lavori è come un'infatuazione, una malia, per poter così entrare in perfetta empatia nel loro segno e nella loro fantasia leggera, rarefatta, quasi come una melodia.
Così come Böcklin affermava di un'opera d'arte, che per essere giusta deve essere come una grande improvvisazione, e cioè che meditazione, costruzione, composizione preliminare non sono uno stadio in funzione di un fine, perché il fine deve risultare inaspettato all'artista stesso, così D'Alfonso in questo viaggio nel mondo dei colori e del paesaggio geometrico che ha dentro di sé, si confronta continuamente coi sentimenti, le gioie del qui e ora, ma anche con le nostalgie e le difficoltà del vivere del momento. Nelle sue opere però l'orizzonte metafisico è sempre chiaro e nitido e di equilibrio cercato e raggiunto, messaggero di profonda armonia e di speranza nell'avvenire.

Le sue metamorfosi di figure rettilinee continue, o curve, o triangolari, ci conducono in una dimensione di sogno e di tempo sospeso come di magia: stessa sensazione di estrema meraviglia e di stupore che il viaggiatore di Jodorowsky deve avere sperimentato quando si fermò e guardò alle sue spalle e si accorse che la strada era intatta, e allora si rese conto che le sue impronte non lo seguivano, ma lo precedevano. Come un incanto del tempo, un viaggio nell'atemporalità del segno geometrico, la visione di queste opere di Franca D'Alfonso, che si fonde con i toni complementari di colori caldi e freddi in perfetto equilibrio, simbolo di un cammino limpido, sereno e silenzioso verso il centro dell'anima e del sé interiore.

Franca D'Alfonso, varesina di adozione, dal 1986 al 1997 fa parte del "Gruppo Pittori Indunesi" e dal 1997 al 1999 del gruppo "Proposte d'Arte" con i quali ha partecipato a numerose mostre collettive.
Dal 2010 frequenta l'Accademia di Belle Arti "Aldo Galli" di Como sotto la guida del prof. Pierantonio Verga.
Tra le numerose mostre collettive a cui ha partecipato ricordiamo: (1992) Villa Pirelli, Induno Olona (Va), (1993) Villa Borromeo, Viggiù (Va), (1997) Villa Pirelli, Induno Olona (Va), (1998) Villa Cicogna, Bisuschio (Va), (1998) Sale Nicolini, Varese, (1999) Villa Pirelli, Induno Olona (Va), (2011) Chiostrino di S. Eufemia, Como, (2012) San Pietro in Atrio, Como, (2013) Spazio culturale Antonio Ratti (ex Chiesa di S. Francesco), Como.

"Silente geometrico"
Mostra personale di Franca D'Alfonso

Varese, Villa Baragiola
Fino al 27 ottobre 2013
Ingresso libero
Stessi orari del Museo Tattile: venerdì dalle 15.30 alle 17.30
sabato e domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30
Per maggiori info.: 340.17.07.298
info. lorenzomortara@yahoo.it