Veduta esterna della chiesaVeduta esterna della chiesa

Nella località di Paitone, in provincia di Brescia, sul versante di una collina immersa nel verde, si può trovare uno splendido Santuario dedicato alla Beata Vergine, dalla storia piuttosto singolare.
La sua curiosa origine, infatti, risale all'agosto del 1532, quando ad un giovane ragazzo di Paitone apparve la Madonna, che gli chiese di edificarle una chiesa: tra l'altro, l'evento destò un particolare scalpore fra gli abitanti del paesino, perché il ragazzino che portò loro il messaggio, chiamato Filippo Viotti, era sordomuto. Dunque, di fronte al miracolo di un bambino sordomuto che aveva improvvisamente riacquistato l'udito e la parola, nessuno poté dubitare della veridicità dell'apparizione e dell'autenticità della richiesta, e quindi si provvedette alla costruzione del santuario in tempi molto celeri. Già l'11 maggio 1534 arrivò l'autorizzazione dalla diocesi di Brescia, redatta da Mattia Ugoni, ausiliario del vescovo Andrea Corner, dove si legge, fra le altre cose, che "ricevuta l'umile e devota vostra domanda, or ora a noi presentata, per fondare, per erigere, costruire e fabbricare una chiesa […] in quel luogo ove è apparsa la Santissima Vergine Maria e ove dicesi operare molti miracoli, noi col tenore della presente lettera, concediamo tale licenza e facoltà".

Ma le curiosità legate a questo straordinario santuario proseguirono
: il pittore bresciano Alessandro Bonvicino, detto il Moretto (Brescia, 1498 circa – 1554), decise di realizzare una tela che rappresentasse l'apparizione mariana, in modo da ricordare l'evento. Andò quindi da Filippo Viotti per farsi raccontare la scena e per ricevere una descrizione della Vergine, ma tutti i suoi tentativi di raffigurarla andavano inspiegabilmente a vuoto: i ritratti che disegnava non corrispondevano mai al volto che il ragazzo cercava di descrivergli. Allora il pittore pensò di non essere all'altezza del compito, e decise di purificarsi attraverso i sacramenti della confessione e dell'Eucaristia: fu allora che, in sogno, gli apparve una figura femminile, e quando il mattino successivo la disegnò e la portò dal giovane Filippo Viotti, si rivelò essere esattamente il viso della donna che il ragazzo

Santuario della Madonna di Paitone, SoffittoSantuario della Madonna di Paitone,
soffitto

aveva visto.

Il racconto ci è stato tramandato da Carlo Ridolfi, che nel 1648 riporta la vicenda con queste parole: "Raccoglieva un contadinello (Filippo Viotti) more silvestri nel seno di quel monte, a cui apparve Maria Santissima in sembiante di grave Matrona, cinta di bianca veste, commettendogli, che facesse intendere a que' Popoli, che al di lei nome edificassero una Chiesa in quella sommità, che in tal modo cessarebbe certo infortunio di male, che gli opprimeva. Ubbidì il garzoncello, et ottenne anch'egli la sanità: Edificato il Tempio, fu ordinata la pittura al Moretto; il quale con ogni applicatione si diede a compor la figura della Vergine, nella guisa che riferiva il Rustico (cioè tentando di attenersi alla descrizione fatta dal contadino): ma affaticandosi invano, pensò che qualche suo grave peccato gl'impedisse l'effetto, onde riconciliatosi con molta divotione con Dio, prese la Santissima Eucharistia, ed indi ripigliò il lavoro, e gli venne fatta l'Imagine in tutto simigliante a quella che haveva veduto il Contadino, che ritrasse a' piedi, col cesto delle more al braccio, onde viene frequentata da continue visite de' Popoli, mediante la quale ottengono dalla Divina mano gratie e favori".

Il dipinto del Moretto appare di buona fattura
e, siccome è stato realizzato grazie alla testimonianza di Filippo Viotti stesso, è particolarmente denso di dettagli e ricco di rimandi altamente significativi.
Si possono notare alcuni aspetti che contraddistinguono il vestito della Madonna, e che sembrano suggerire dei significati simbolici più profondi. Un esempio sono i suoi colori: la veste, infatti, appare completamente candida e bianca, mentre il velo che le copre la testa e le fascia il collo è, per contrasto, molto scuro, tendente al nero. Tenendo presente che l'apparizione mariana è avvenuta ad un sordomuto, la presenza del vivido contrasto tra il vestito tutto bianco e il velo scuro, che non a caso copre

Moretto, Apparizione della Madonna al sordomuto Filippo ViottiMoretto, Apparizione della Madonna
al sordomuto Filippo Viotti

le orecchie e si avvolge attorno alla gola, sembrerebbe porre in risalto proprio la zona anatomica che nel bambino era malata e che la Vergine ha voluto guarire.
Sempre osservando il vestito, un altro dettaglio balza all'occhio: ossia, lo strano e particolarmente vistoso nodo che lega la fascia attorno alla vita della Madonna. Anche in questo caso, la speciale enfasi posta al tipo di nodo della cintura, che si diparte inoltre in due lunghi lembi mossi dal vento, è piuttosto insolita se confrontata con altre immagini dell'iconologia mariana, e sembrerebbe suggerire di nuovo l'idea evangelica del "nodo alla lingua" che impedisce al muto di parlare, o "del nodo alle orecchie" che occlude l'udito, e che Maria è invece capace di sciogliere.

L'opera rientra nel periodo della maturità artistica del Moretto, ma costituisce un episodio abbastanza separato dal suo stile, poiché è stato appunto eseguito riproducendo nel modo più fedele possibile il racconto del giovane veggente.
Storicamente, il quadro è rimasto per lungo tempo nella sua collocazione originaria, dove è stato lodato da tutta la letteratura artistica antica: subisce uno spostamento soltanto nel 1915 quando, per ripararlo da eventuali danni durante la prima guerra mondiale, viene rimosso e trasportato a Roma a cura del Ministero della Pubblica Istruzione. Terminato il conflitto nel 1918, però, la comunità lo richiede prontamente indietro, e l'opera viene quindi rimessa al suo posto sull'altare maggiore, dove si trova tuttora.

Il Santuario
, eretto nel breve giro di un paio d'anni, attorno al 1534, fu poi in seguito costantemente abbellito, costruendo ad esempio il portico in facciata, e aprendo un vasto piazzale nello spazio antistante.
All'esterno, l'edificio si presenta dunque circondato da un portico con arcate regolari, sorretto da colonne di ordine tuscanico, di stile molto semplice e gradevole. Sul davanti, il porticato si riduce a tre vani, e il coronamento è stato decorato da un timpano triangolare. Il campanile è invece posto vicino all'abside, mentre davanti al santuario si apre l'accogliente piazzale.
La chiesa è strutturata con una pianta a navata unica, e al suo interno è stata riccamente ornata da stucchi dorati e decorata ad affreschi. Sul fondo dell'abside è posto il ricco altare marmoreo, che è ancora poggiante sull'antica pietra dell'apparizione, e proprio qui è presente la tela del Moretto.

Oltre al primo prodigio originario, con la guarigione di Filippo Viotti, nel corso dei secoli si sono registrati molti altri miracoli legati al santuario, con guarigioni improvvise e inspiegabili.

Santuario della Beata Vergine di Paitone
Via Filippo Viotti (incrocio con via San Rocco)
Paitone (BS)
Tel: 030 6919298