Intervista ad Alberto IntroiniIntervista ad Alberto Introini

Un professore e i suoi alunni si raccontano – Un professore, tre alunni, dodici storie: sono i numeri a dare forma all'entusiasmo, vera anima di "Racconti di un giorno e di un anno", il volume pubblicato dalla Casa Editrice Cattaneo e che vede la collaborazione tra un professore (Alberto Introini) e alcuni suoi alunni (Beatrice Bini, Andrea Ricucci e Federica Zǘrcher). Dopo il lungo lavoro di stesura del testo, già presentato (in fase embrionale) ai microfoni de La6Tv l'anno scorso, il tanto atteso momento della pubblicazione è arrivato e si può già parlare di un successo. Sono 300 le copie distribuite, anche grazie alla collaborazione con l'Istituto Elvetico di Lugano , frequentato dai ragazzi e dove il Professor Introini insegna. Proprio quest'ultimo spiega: "nata quasi per caso, quest'esperienza si è rivelata un percorso educativo e formativo di grande valore e, ancora, un vero e proprio progetto letterario. È stato bello condividere il lavoro di realizzazione del volume con dei giovani. Ho abbandonato il mio ruolo di docente per mettermi al loro stesso livello, per

Introini e i suoi allieviIntroini e i suoi allievi

condividere progetti e idee – proposte e dubbi. Ho toccato con mano il prezioso potenziale creativo degli studenti e sono stato io stesso spronato e motivato da loro".
Il libro vede il susseguirsi di racconti dedicati alla mattina, al pomeriggio e alla sera. Storie raccolte durante un intero anno e che permettono di percorrere un lungo lasso di tempo attraverso gli occhi e le parole dei quattro autori.

La scuola a supporto della Persona –
Fondamentale il contributo dell'istituto Elvetico che ha creduto nel progetto e che desidera proseguire in questa direzione, valorizzando le collaborazioni tra alunni e tra alunni e professori.
"Per prima cosa" – spiega il Direttore Don Stefano Mascazzini – "desideriamo valorizzare la Persona, la sua crescita, il suo sviluppo. Crediamo, perciò, che sia fondamentale permettergli di conoscersi, di socializzare e di credere in se stesso. In quest'ottica abbiamo altresì introdotto un decimo anno, dopo la quarta media. Ricordiamo, infatti, che il percorso di studio proposto in Svizzera è differente da quello italiano. Molto accentuata è la selezione: dopo la scuola media i ragazzi devono superare dei test attitudinali che decretano l'indirizzamento nei vari istituti superiori. Fondamentale è quindi stare vicino agli studenti. Devono essere consapevoli delle proprie attitudini e devono sentirsi pronti a proseguire il loro cammino scolastico".