Piero CicoliPiero Cicoli

'Sfacciato' – Con una certa "sfacciataggine", Piero Cicoli ha collocato un suo paliotto –  iconografia cristiana, resa espressiva 'alla Cicoli', cromaticamente molto moderna – in un contesto spoglio, asciutto, più classico che barocco della splendida chiesa di Santa Maria Assunta a Sesto San Giovanni. E' lo stesso artista varesino a commentare il suo innesto. Che per altro ha superato sia la prova del committente che del pubblico.

Antefatto
– Vero e propria commissione ecclesiastica è stata quella richiesta a Cicoli, dal prevosto della piccola chiesa alla periferia milanese. "Il sacerdote era l'ex parroco della chiesa Massimiliano Kolbe a Varese per la quale ho nel passato realizzato il fonte battesimale e il cero pasquale – ricorda – Da allora mi ha seguito nel mio lavoro e nell'occasione mi ha chiesto di realizzare questo paliotto che andasse a rivestire l'altare".

Riconoscibile, ma moderno – L'opera, di circa un metro di larghezza, raffigura uno dei simboli cristologici per eccellenza, impressi nella devozione popolare: il pellicano che si dilania il petto per sfamare i piccoli. Un tema che Cicoli pratica, seppure in forme allusive diverse, nei suoi frequenti melograni. A metà tra rappresentazione fedele della lettera e l'allusione simbolica, l'animale lascia

Il paliotto dell'altareIl paliotto dell'altare

intuire la sagoma della croce, inscritta in cerchio rosso che a sua volta allude al momento eucaristico. "Avevo la necessità – spiega Cicoli – di rappresentare qualcosa che fosse insieme immediatamente percepibile, di riconoscibile agli occhi dei fedeli, ma che mantenesse le intenzioni di una certa modernità".  Nei colori, vivi,  profondamente vivi e luminosi, focalizzati sul bianco dell'animale e  rinforzato dai rossi, dai verdi, dalle terre.

Nel cuore della chiesa
– Maiolica, cotta a gran fuoco, e lustrata a terzo fuoco, il paliotto dell'artista, esperto di tecniche ceramiche, è diventato così dal 26 gennaio, giorno in cui è stato ufficialmente presentato e benedetto, il punto focale di una chiesa peraltro molto sobria. "E' una splendida chiesetta, piccola, – racconta ancora Cicoli – restaurata in maniera molto intelligente dalla Soprintendenza. Un gioiellino del Seicento, dalle forme e dal contegno classico più che baroccheggiante, con pavimenti raffinati e marmi eleganti, ma fino adesso assolutamente spoglia di altre presenze artistiche".