Seguire il daimon. Sempre.

Busto Arsizio – Che cos’è esattamente il daimon? Rifacendoci al mito di ER di Platone possiamo definirlo come una sorta di creatura divina preposta a guidarci nella realizzazione piena e nel compimento di ciò che la nostra anima si sceglie prima di venire al mondo e che dimentichiamo nel momento stesso della nostra nascita. Ma anche se, in apparenza, sembra tutto cancellato dalla nostra memoria e dalla nostra coscienza, la vocazione resta e il daimon, che rappresenta la nostra dimensione interiore, l’essenza che siamo destinati a diventare e ad essere, fa di tutto perché lo si viva appieno.

Noi siamo ciò che abbiamo scelto di essere. Il mito di ER

Il mito di ER, raccontato da Platone nella Repubblica, ha trasformato il daimon in uno degli archetipi fondamentali della cultura occidentale. Nella narrazione del filosofo greco ogni anima prima di nascere sceglie il proprio destino e per onorare questa scelta le viene donato un genio tutelare, il daimon dal greco δαίμων che significa distributore di destini: nel suo significato originario il daimon, che nella nostra cultura viene tradotto come demone, non è un essere negativo, ma presenta una duplice natura, benefica e malefica. Ogni anima ha un suo particolare nume tutelare che non è uguale a quello di nessun altro e che l’accompagnerà nell’arco di tutta l’esistenza per ricordarle il suo destino e per far sì che questo venga realizzato, riportando costantemente alla memoria la chiamata che con la nascita è stata dimenticata.

Il ruolo del daimon
Dal mito di Platone ad oggi il concetto di daimon è stato ripreso da C. G. Jung e da James Hillmann che lo hanno messo al centro della psicologia analitica ponendo l’accento su quello che certamente è l’insegnamento fondamentale di questo mito ovvero riconoscere la vocazione come elemento fondamentale dell’esistenza ed allineare tutta la nostra vita su di essa. Secondo Jung rappresenta una forza intelligente che risiede nell’inconscio ed è inspiegabile alla mente, una sorta di divinità interiore che nei nostri riguardi avanza continue pretese e non cessa di tormentare l’essere umano fino a quando quest’ultimo non accetta consapevolmente di liberarlo. Il daimon spinge il suo protetto a gettarsi a capofitto nella vita mettendo in gioco tutte le sue abilità e i suoi talenti; è genio, inteso sia in riferimento alla genialità della persona, sia come forza che crea conflitto tra la vita ordinaria e le sue più profonde esigenze interiori per portarlo a scoprire aree inesplorate. In altre parole per liberare la potenza che ci viene dal daimon dobbiamo uscire allo scoperto e abbandonare la nostre zona di comfort. Dall’esito di questa lotta e dal rapporto con questa entità interiore dipende la possibilità che ciascuno di noi ha di esprimere la propria vocazione. Nel caso si rifiutasse questo rapporto, il daimon ci tormenterà per tutta la vita.

“In ultima analisi, noi contiamo qualcosa solo in virtù dell’essenza che incarniamo e, se non la realizziamo, la vita è sprecata” C.G. Jung

M. Giovanna Massironi