Vi presento il secondo racconto che in realtà non è ambientato in Guatemala ma in Honduras, poiché l’itinerario di viaggio prevedeva uno “sconfinamento” per visitare un importante sito archeologico della civiltà maya.

Il racconto si intitola “Mundo Perdido” e lo trovate nella raccolta “Un albergo a mille stelle”, Aporema Edizioni.

Nel sito archeologico di Copan, in Honduras, sono state rinvenute parecchie sepolture maya, i cui resti dovevano probabilmente appartenere a persone molto ricche: lo si è dedotto dalla gran quantità di giada e dalle preziose suppellettili rinvenute. I resti dei corpi però presentavano, caso strano, evidenti segni di malnutrizione. «Questo significa» spiega Modesto, la mia guida «che il clima intorno al 900 d.C. era rapidamente cambiato, forse a causa della deforestazione indiscriminata attuata dai Maya, per ricavare legname da costruzione e terreni per le coltivazioni. La popolazione era cresciuta molto, grazie alla ricchezza diffusa, ma i governanti dell’epoca non avevano tenuto conto che le risorse della loro terra sarebbero finite in breve tempo. Si sono quindi trovati, nel giro di qualche decennio, senza cibo per il popolo. Oltre alla carestia, la scarsità di precipitazioni e il sopraggiungere di epidemie hanno decretato la fine di questa splendida civiltà.» Un brivido mi percorre la schiena mentre pronuncia le ultime parole. Modesto continua: «Una parte della popolazione è di sicuro scampata, ma non la classe dirigente, poco abituata a procurarsi da mangiare e quindi a sopravvivere. Pare inoltre che i pochi sopravvissuti vagarono altri duecento anni, fra palazzi abbandonati e stele di pietra narranti la gloria dei loro re, che però forse quegli sventurati non erano in grado di interpretare. Purtroppo all’epoca, nella loro struttura sociale, la cultura non era trasmessa a tutti, ma riservata solo ai pochi membri delle famiglie governanti. Per questo motivo il significato delle iscrizioni si è perso e con esso la millenaria storia dei Maya». Guardo la guida con gli occhi sgranati e chiedo: «Finiremo così anche noi, vero?» Lui ci pensa un attimo e poi risponde: «Siamo i custodi della terra e della conoscenza. Dipende solo da noi.»

Honduras, America centrale, 2 gennaio 2013

La Valle di Copán è stata abitata almeno dal 1400 a.C. Verso la fine del Periodo Classico, nel 900 d.C., la Civiltà di Copán scomparve misteriosamente. All’arrivo nella zona degli spagnoli, nell’anno 1570, la città era ormai stata abbandonata da secoli e le sue rovine giacevano coperte dalla vegetazione.

Buon viaggio e arrivederci alla prossima puntata!

Ivo Stelluti,

Il Viaggiator Curioso