Per concludere questo breve ma ricchissimo viaggio a Santorini ho scelto di lasciar parlare il racconto degli eventi storici e del mistero che avvolge il passato dell’isola.

Molte isole del Mar Egeo sono state abitate fin dai tempi preistorici, dapprima ospitando gli embrioni della futura Civiltà Occidentale e poi divenendo il ponte naturale attraverso il quale i due Antichi Mondi, Europa e Asia, hanno commerciato, si sono combattuti e si sono studiati vicendevolmente.

1628 a.C., eruzione minoica. Quattro giorni di un cataclisma talmente potente da oscurare il cielo per una intera stagione. L’esplosione fu così immensa da generare una colonna eruttiva che raggiunse i 36 Km di altezza, disperdendo cenere vulcanica in tutto il Mediterraneo orientale, dal Mar Nero al delta del Nilo. Poi il terribile collasso della struttura vulcanica: un’isola intera sprofondò producendo onde che arrivarono fin sulle coste dell’Africa.

Il magma sottostante venne a contatto con l’acqua marina poco profonda dell’insenatura, provocando una violenta generazione di vapore. Una delle più grandi catastrofi dell’umanità, i cui effetti sul clima si registrarono in tutto il continente europeo e non solo.

Questa eruzione ha naturalmente distrutto tutti i reperti organici quindi, per arrivare ad una datazione dell’evento, sono stati utilizzati gli anelli di alcuni alberi fossili trovati in Germania, che riportano il segno evidente della mancanza dell’estate in quell’anno. Ad Akrotiri invece, l’unica città trovata sepolta dalle ceneri, protetti dalle anfore, sono stati rinvenuti semi di ulivo, che possono essere datati al Carbonio 14. Incrociando i dati di questi ed altri reperti si è giunti ad una data quasi certa.

Non sono rimaste molte testimonianze del misterioso popolo che ha abitato l’isola prima del disastro, ma dai ritrovamenti pare essere stato molto più evoluto di ciò che potrebbe far pensare il periodo in cui viene collocato, tanto da far supporre che si tratti del mitico Regno di Atlantide.

L’Atlantide descritta da Platone era una città circolare con una parte centrale costruita sulla terraferma, nella nostra ipotesi l’isola di Nea Kameni, molto più grande di come risulta ora, con un importante canale d’acqua che la circondava. Esternamente un’altra striscia di terra circolare completava la struttura insulare: il cratere della precedente eruzione, oggi l’isola di Thera.

Platone colloca questa terra al di fuori delle Colonne d’Ercole, ma si deve considerare che i suoi scritti erano finalizzati ad affermare il potere della Grecia, così egli descrive il “castigo” imposto dagli Dei alle civiltà che non riconoscevano la loro superiorità.

E pensare che fu un’esplosione non centro improvvisa. Gli abitanti di Santorini erano stati avvisati nelle settimane precedenti da continue scosse di terremoto. Ad Akrotiri sono stati trovati letti, ovviamente carbonizzati, dei quali sono oggi visibili i calchi in gesso, curiosamente posizionati al di fuori delle abitazioni. Ma, a pensarci bene, cosa facciamo anche noi oggi quando ci sono i terremoti? La popolazione probabilmente fece anche in tempo a scappare via mare. Questo è dimostrato dal fatto che non sono stati trovati corpi, come nell’analoga situazione di Pompei, dove l’evento è stato invece di immediato effetto. Ci sono anfore, attrezzi, mobili nelle case ma non c’è oro. Altro elemento che fa pensare ad una fuga non così imprevista.

Ma dove possono essere andati gli abitanti dell’isola? Platone narra che il racconto di Atlantide ha origini egiziane, infatti è probabile che le navi dei profughi in fuga dall’esplosione imminente, siano state spinte verso sud-est, direzione prevalente dei venti, fino ad arrivare in Egitto.

Forse la splendida cultura minoica non andò perduta ma si diffuse capillarmente, fondendosi agli albori di quella che in seguito sarebbe diventata la Grecia classica. Le testimonianze dirette purtroppo sono poche e frammentarie, quindi gli storici possono solamente tentare supposizioni.

Insomma l’Isola di Santorini sprofondata si è portata con sé, negli abissi inviolati del mare, il suo segreto e probabilmente mai vorrà svelarcelo.

Tutte le opere dell’uomo sono sorte per splendere in eterno ma sono crollate, facendo posto ad altre culture. Gli ideali, le tradizioni, le religioni si sono diffuse per poi magari perdersi nella polvere ma l’energia della terra ha continuato a sprigionarsi, oggi come migliaia di anni fa, forse per dare all’uomo la possibilità di cambiare.”

Kaló taxídi, Buon viaggio!

Ivo Stelluti,

Il Viaggiator Curioso