A un anno dalla scomparsa, Giancarlo Ossola viene ricordato con una antologica, "L'inquietudine dello spazio" a cura di Cristina Sissa, presso il Museo della Permanente a Milano.
Gli oltre 50 oli su tela in mostra tracciano un percorso che va dalla inizio degli anni ‘60 sino a poco prima che Ossola fosse rapito da un morbo degenerativo che lentamente lo ha portato all'oblio.
Figura artistica e intellettuale di primo piano nella Milano del secondo Novecento, Giancarlo Ossola (Milano 1935-2015) vede la sua prima mostra, presentata da Mario De Micheli, al Salone dell'Annunciata nel 1961. Nel '63 vince il prestigioso Premio San Fedele. Da quel momento seguirono numerose personali in sedi sempre più prestigiose.
Tra le antologiche vanno ricordate quelle a Palazzo Sarcinelli di Conegliano (1993) a Palazzo Sertoli a Sondrio ( '96-'97),nel 2007 alla Pinacoteca Comiunale di Villa Soranzo a Varallo Pombia, alla Fondazione Bandera a Busto Arsizio nel 2009 e la presenza nel 2011 alla 54° Biennale di Venezia e dopo la sua scomparsa il Comune di Castelletto Sopra Ticino ospitò, nel 2012, opere storicizzate per la ricorrenza del XXV Aprile
Fu amico di Vittorio Sereni oltre che dei maggiori critici italiani come Tassi, Arcangeli, Testori, Giovanni Raboni.
A celebrare la sua figura, il prossimo 2 novembre si terrà la cerimonia di iscrizione nel Famedio del Cimitero Monumentale, luogo che accoglie i nomi dei cittadini illustri milanesi.
Il percorso espositivo apre con le periferie urbane dove l'incombenza del cielo pare comprimere lo spazio terreno, quasi a volere bloccare nella loro essenza, architetture e arredi urbani ancora invasi da una tensione esistenziale che rimanda alla "Vita agra" di Bianciardi.
A conferire pregnanza agli interni abitativi è la memoria degli oggetti, protagonisti assoluti di una silente domestica intimità con tagli di luce, nota distintiva della pittura di Ossola,tali da creare una percorrenza ideale tra il mondo esterno e il chiuso delle stanze; opere che daranno vita alla serie"Interni-esterni".
Tagli di luce che si presenteranno con maggiore intensità nei grandi spazi di fabbriche abbandonate, in più casi pittura ispirata dalla cinematografia di Andrej Tarkovskij, regista amatissimo dall'artista milanese.
In quei luoghi abbandonati dove sono necessarie capacità simbiotiche al pari dello Stalker personaggio dell'omonimo film del regista russo, a dare il segno della memoria è il pulviscolo luminoso che filtra dalle vetrate opache.
Seguendone la percorrenza si avverte l'anima delle cose, la loro surreale maestosità, la loro malinconia e struggente bellezza poiché, ogni oggetto, ogni elemento alimenta una significanza narrativa.
Colpiva entrando nello studio di Ossola, una grande carta posta sulla parete destra destinata a liberare i pennelli dai colori residui tanto da diventare una testimonianza gestuale multi cromatica. Pennellate le une all'inseguimento delle altre di straordinaria istintiva creatività.
Giancarlo Ossola – "L'inquietudine dello spazio"
Milano Museo della Permanente, Via Filippo Turati 34
Fino al 22 ottobre 2016
Orari: lunedì-sabato 10-13/14,30-18,30