A Malnate sabato 25 novembre l'Accademia dei Curiosi ha organizzato un incontro a più voci. Tema della serata il contrabbando nelle terre di confine.
Un libro dedicato al contrabbando, di Sergio Scipioni, diviene lo spunto per una sera dedicata al medesimo tema, organizzata dall'Accademia dei Curiosi, con la mediazione del giornalista Gianni Spartà. Presenti l'autore del libro, Sergio Scipioni e Giovanni Trotta, entrambi ex finanzieri.

La serata ha preso il via con la proiezione di un filmato risalente agli anni Sessanta, dedicato alla vita di un gruppo di finanzieri, tutti giovanissimi, in istanza al Giovo, sulle Alpi, lungo il confine con la Svizzera. Qui trascorrevano i mesi estivi ed invernali, isolati dal resto del mondo, a sfidare ogni tipo di condizioni climatiche, per il controllo e il perlustramento di 11 km di confine. Pochi contatti con il mondo, una volta al mese Bepi, che portava oggetti e notizie. Sogni di quotidianità, come una radio.

Dopo il filmato sono stati due ex finanzieri a prendere la parola e a raccontare le proprie esperienze, quando fare il finanziere era un'altra cosa. Sia Giovanni Trotta che Sergio Scipioni hanno raccontato a un pubblico divertito e incuriosito i particolari del proprio lavoro. Trotta prestò servizio a Valmulini, sopra Chiasso così come anche al Giovo, esperienza che racconta nel suo libro. Una esperienza dura, cruenta, anche per le difficili condizioni ambientali e climatiche.

Scipioni operò soprattutto a Ponte Tresa e Brusimpiano, dove il contrabbando avveniva per via d'acqua, ad opera di sommozzatori.
Un contrabbando romantico. Come hanno sottolineato entrambi gli ex finanzieri si trattava di un contrabbando diverso da oggi, quasi romantico, compiuto da stalloni che di giorno avevano un lavoro regolare. La notte invece, un po' per arrotondare, si dedicavano al contrabbando soprattutto di sigarette. Come ha suggerito Gianni Spartà, il contrabbando era una specie di ammortizzatore sociale. Non c'era rancore tra finanzieri e contrabbandieri, spesso ci si trovava alla medesima sala da biliardo. Alla fine vinceva chi correva di più.

Uno sguardo profano, ma non troppo.
Ai ricordi si è unito il giornalista Gianni Spartà, che ha trascorso l'infanzia a Porto Ceresio, in una terra di confine, e ha ricordato il fischio dell'auto dei finanzieri coinvolta in un inseguimento serrato, così come la banda chiodata, usata per bucare le ruote delle auto.