Y. Morimura, Where is the dictator?Y. Morimura, Where is the dictator?

Da Somma Lombardo in laguna – Altre presenze portano un pò di territorio varesino in laguna, se non direttamente nel contesto della Biennale veneziana, quanto meno nei giorni, nel clima della grande kermesse internazionale d'arte. Anche se circoscrivere, se pur per dovere di anagrafe, il ruolo e l'importanza del curatore Filippo Maggia, ordinatore della prima importante personale europea del fotografo giapponese Yasumasa Morimura, è alquanto riduttivo.

Storico, critico, scopritore – Tuttavia va registrato. Da Somma Lombardo, dove da molti anni ha trovato il suo buen retiro, Maggia sta portando avanti il suo discorso storico e contemporaneo sulla fotografia: indagatore dei primordi della fotografia italiana ottocentesca, di cui peraltro ha appena dato saggio con una recente mostra allestita nell'ambito del Festival della Fotografia di Roma, tra i primi a diffondere nel nostro paese i nomi e la cultura fotografica giapponese; conoscitore, frequentatore, amico dei profili più significativi della fotografia attuale, italiani e sopratutto internazionali. Fotografo a sua volta, con presenze espositive anche a Varese, prima di dedicarsi interamente all'ambito critico e curatoriale.

Y. Morimura, A requiem: infinite dream/ CheY. Morimura, A requiem: infinite dream/ Che

Morimura – Responsabile per la fotografia della Fondazione Bevilacqua La Masa, presieduta da Angela Vettese, da qualche giorno Maggia ha inaugurato nella Galleria di Piazza San Marco quella che si diceva essere il primo importante appuntamento europeo con la fotografia e l'opera video di un nome tra i risonanti nel mondo delle arti del Sol Levante; Morimura (Osaka, 1951) trai primi nella sua opera fotografica a delineare l'urgenza di guardare ad Occidente ricollocando i suoi modelli, Vivien Leigh, Brigitte Bardot, Marilyn in contesti urbani e sociali masticabili dai suoi connazionali.

Requiem per il secolo passato – A Venezia sono esposti gli ultimi e inediti lavori, tutti in grande formato, racchiusi sotto il titolo esplicativo e sintomatico di Requiem for the XX Century. Twilight of the turbulant Gods. Fotografie e video, ispirati non più  alle classiche icone femminili, per lunghi tratti al centro della sua ispirazione, ma solo modelli maschili, modelli nel bene e nel male, spartiacque della storia, personalità che hanno segnato, inciso, con il bisturi del loro operato, nella carne del secolo XX.

Y. Morimura, OswaldY. Morimura, Oswald

Mishima, Mao e gli altri – A cominciare da Yuko Mishima, leggenderario e controverso drammaturgo e scrittore morto suicida in diretta tv nel novembre del 1970 e figura chiave della cultura giapponese moderna; a cominciare da Lenin, da Hitler, da Mao, per arrivare al killer di Kennedy, alle stragi in Vietnam. Momenti e figure della storia di cui Morimura ricostruisce da fotografo-regista l'esatta disposizione delle immagini che ne hanno sostenuto e incrementato il mito fino ad oggi rimettendone in scena la verifica, con una interpretazione ancora carica di affetto per la western-art, carica di domande, e forse non più di certezze.

Maggia, dopo aver 'sdoganato' in Italia l'opera di Nobuyhosy Araki, di Shomei Tomatsu,  e di altri ancora, per limitarci ai giapponesi, ci fa conoscere da vicino un altro maestro.  Al grido di Banzai! Banzai! Banzai! Banzai! Long Live Art! Banzai! Banzai! Banzai! come direbbe Moramura, parafrasando l'ultimo discorso di Mishima. Lunga vita all'arte, lunga vita sempre alla fotografia intelligente.