Fabrizio Rovesti ospite degli studi di La6 TvFabrizio Rovesti ospite degli studi di La6 Tv

Per il consuntivo sulla cultura del 2010, Fabrizio Rovesti, critico d'arte e presidente dell'Associazione Artistica Legnanese, fa sentire la propria voce e ripercorre in lungo e largo le iniziative e le mostre che hanno animato la nostra provincia: "Questo vostro invito mi dà l'opportunità di parlare di Arte, un tema che mi pare ancora poco trattato ed analizzato, una sorta di "Cenerentola della società", troppo spesso data in pasto ad incompetenti o pressapochisti".

"Direi che quest'anno sono state due le iniziative che si sono distinte sopra tutte le altre: l'inagurazione del MAGa di Gallarate e la mostra, attualmente in corso, a Palazzo Leone da Perego di Legnano, dedicata a Rodin. Pur avendo visto il taglio del nastro della prima con la mostra, non del tutto completa, su Amedeo Modigliani, ritengo che quella gallaratese sia stata una buona occasione per animare con vigore la cultura in Provincia, per risvegliare l'interesse e il dibattito culturale. Bisogna considerare, però che, sia quella di Legnano quanto quella di Gallarate, siano state operazioni che hanno richiesto un notevole sostegno soprattutto in termini di finanziamenti, assorbendo non pochi contributi economici. La mia sensazione è che, sempre di più, siamo costretti ad importare mostre e cultura e siamo privi di centri capaci di produrre qualcosa che nasca autenticamente da questo territorio".

"Sono invece praticamente rimaste al palo le proposte

Festival Fotografico Italiano 2010Festival Fotografico Italiano 2010

delle gallerie locali, anche se si segnalano gli esempi virtuosi della Galleria Bambaia e della Palmieri, ad esempio. Sempre rimanendo sul suolo bustocco, molto interessante è stato, nel 2010, il Festival Fotografico Italiano".

"Troppo spesso occorre constatare quanto la cultura sia affidata nelle mani di "volontari di buona volontà" che continuano a vedere nell'arte e nella cultura una modalità di progresso della civiltà. Importante anche il compito dei mezzi d'informazione: credo che occorra invogliare il pubblico a seguire le proposte culturali o ad andare a vedere le mostre, segnalandone il pregio".

Le ragioni di molte di queste considerazioni di Rovesti traggono ispirazione dal fatto che poca, pochissima, sia l'effettiva conoscenza del territorio da parte del grande pubblico: delle sue peculiarità, della sua storia, dei protagonisti del mondo dell'arte. Detto in altri termini, è ancora carente la reciproca conoscenza tra "gli universi" della Valcuvia e di Tradate, Luino e Castellanza. Pare, inoltre, che su tutto pesi il confronto schiacciante con Milano che sulla città di Varese esercita un potere contrastante: di attrazione e insieme di assorbimento e di repulsione. Insomma Varese gravita attorno a Milano o ha una sua identità culturale?